Professor Gallesi, responsabile della casa editrice Oaks, un primo bilancio di un anno di attività?
“Un bilancio sicuramente molto positivo! Abbiamo pubblicato quasi 30 libri tra novità assolute e nuove edizioni, siamo distribuiti a livello nazionale in tutte le librerie più importanti e abbiamo mantenuto sin dall’inizio una costante presenza sulla stampa, che ci segue con attenzione. Abbiamo riempito un vuoto, andando a coprire lo spazio delle “intelligenze scomode” (copyright Giano Accame) che molti lettori aspettavano da tempo”.
Il riscontro che attendeva dai lettori?
“Decisamente superiore alla aspettative: abbiamo potuto constatare l’esistenza di un pubblico attento e affezionato anche nel corso delle numerose presentazioni che abbiamo fatto e ai festival librari a cui abbiamo partecipato. Un pubblico di tutte le età, accomunato dalla mancanza di pregiudizi e da tanta curiosità. A proposito, siamo anche diventati una piccola comunità virtuale, che si incontra sulla nostra pagina Facebook”.
Il volume più difficile che ha pubblicato?
“Dal punto di vista dei contenuti, direi sicuramente che l’elegante Gli Stati Uniti nel 1800 di Henry Adams chiede al lettore un certo livello di raffinatezza, mentre, se parliamo della difficoltà di un libro per il genere “scandaloso” o l’autore “maledetto”, direi che L’arte della rapina, dell’ex-rapinatore Francesco Ghelardini prosegue brillantemente il filone dei cattivi inaugurato dallo Spaggiari, materia che tanto continua a inorridire i benpensanti”.
Il cult?
“Appunto lo Spaggiari, il cui Le fogne del Paradiso è il nostro long-seller, anche grazie all’entusiasmo del curatore, Carlos d’Ercole. La storia, narrata in prima persona, di un ex-legionario che diventa l’autore del colpo del secolo, per poi essere catturato, evadere rocambolescamente e poi vivere per il resto dell’esistenza da latitante e scrittore è davvero straordinaria”.
L’autore che vorrebbe nel catalogo?
“Mi piacerebbe tanto pubblicare Sven Hedin, leggendario esploratore, scrittore di viaggi e avventuriero poco tradotto in Italia per le sue imperdonabili simpatie politiche, e poi sarei soddisfatto se riuscissi a inserire in catalogo anche Roger Nimier, un altro autore molto scorretto e altrettanto bravo”.
La recensione più calzante di un volume della collana?
“La biografia di Stalin, del leggendario Essad Bey, autore rimosso per settant’anni e che ora, tra le altre librerie, è esposto in vetrina alla Libreria Teologica di Milano. Marco Respinti gli ha dedicato una bella recensione su “Libero”.
Il libro che ha generato un dibattito inatteso?
“La grande fuga, di Juergen Thorwald, curata dal bravo Francesco Coppellotti, che assieme al Paul Sérant de I vinti della Liberazione ha riaperto il dibattito sulle vittime della Seconda guerra mondiale, le centinaia di migliaia di morti civili sotto le bombe alleate o il quasi milione di donne tedesche violate dai vincitori, sovietici ma anche americani. E non si tratta, purtroppo, di fake news… come ha ricordato Mario Bernardi Guardi, che ha introdotto il Sérant”.
I progetti (libri in programma di pubblicazione) per il nuovo anno?
“Dopo gli ultimi titoli, l’originale La stagnazione d’Italia di Giorgio Galli, lo stimolante Spengler contro Spengler. Il tramonto dell’Occidente? di Moeller van den Bruck e il provocatorio Generazione Erasmus di Paolo Borgognone, è in stampa Lo spirito europeo e il mondo delle macchine di George Bernanos, curato da Alfredo Cattabiani e con una introduzione di Alessandro Gnocchi; un pamphlet di Robert Poulet Contro la gioventù curato da Luigi Mascheroni, e l’ Autobiografia di Monaldo Leopardi, il grande reazionario padre di Giacomo, introdotta da Alessandro Zaccuri”.
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