Il governo Musumeci è nato. Ruggero Razza, il regista principale dell’operazione #DiventeràBellissima, guiderà il difficile assessorato alla Sanità, già ricoperto durante la prima fase dell’esperienza Crocetta da Lucia Borsellino, la figlia del giudice barbaramente ucciso da Cosa Nostra Paolo. Ai beni culturali va invece Vittorio Sgarbi. In zona destra, fa parte della squadra anche l’ex An Marco Falcone, a cui dovrebbe andare la delega alle Infrastrutture. In quota Fratelli d’Italia c’è invece Edmondo Pappalardo, già colonnello dell’Esercito Italiano.
Ed è proprio su quest’ultimo nome che è esplosa la contesa con i salviniani di Ncs, rimasti fuori dalla conta e che proprio con FdI aveva sottoscritto la lista unitaria. Una decisione che rischia di far saltare il gruppo all’Ars. “Il centrodestra, ricompattato in Sicilia – ha dichiarato il segretario nazionale Angelo Attaguile – che adesso, legittimamente, ambisce a governare l’Italia non può permettersi di lasciare fuori dalla giunta Musumeci la Lega, ossia la prima forza della coalizione. Non è una lotta per le poltrone, a cui sin dal primo momento non abbiamo voluto prendere parte, ma un fatto politico”.
E ancora: “C’è un patto (quello dell’arancino, ndr) sancito durante la famosa cena catanese tra i tre leader nazionali, Salvini, Berlusconi e Meloni, alla quale abbiamo preso parte anche io, Micciché, La Russa e Armao: Fratelli d’Italia ha chiesto e ottenuto un posto nel listino, con l’impegno di lasciare a noi l’assessorato regionale. Accordo chiaro e noto a tutti, confermato dallo stesso Gianfranco Micciché nel corso del vertice dei scorsi giorni a Scillato”.