Il critico… per quanto stupido o ignorante, deve giudicare per conto suo. La sola critica realmente cattiva è la critica accademica di coloro che fanno la grande abnegazione, che si rifiutano di dire ciò che pensano, o ripetono l’opinione accettata; questi ultimi sono i vermi, e il loro tradimento verso il grande lavoro del passato è tanto grande quanto quello del falso artista verso il presente. Se non si interessano abbastanza dell’eredità per avere convinzione personale, allora non hanno nessun diritto di scrivere. (Ezra Pound)
Per lavoro sono sempre alla ricerca spasmodica di documenti di architettura originali, in particolare di quelli prodotti in Italia tra le due guerre e ieri, proprio per questo motivo, mi sono recato da un mio conoscente che cura una piccola e preziosa attività di ricerche bibliografiche e commercio di libri rari. Dovevo ritirare un libro che lui era riuscito a scovare sull’architettura rurale degli anni ’30 in Libia, un testo in pratica introvabile tanto da non essere pressoché presente nelle nostre biblioteche pubbliche. Chiunque operi in campo storico sa quanto queste piccole attività siano fondamentali per il nostro lavoro, per ritrovare e salvaguardare un patrimonio che archivi e biblioteche statali non sempre sono più in grado di tutelare e rendere fruibile e che altrimenti andrebbe perso, e altrettanto bene sa quanto ci costi in tempo e denaro quest’attività di supplenza alle difficoltà di un settore pubblico ormai in crisi. Porgendomi il libro il titolare della attività mi informava che probabilmente non sarebbe più stato presente su Ebay, la nota piattaforma elettronica di commercio in rete: era successo infatti che il “grande fratello” lo avesse obbligato a ritirare diverse aste che avevano come oggetto proprio documenti storici sul/del ventennio – cosa fino ad ora a suo dire mai successa – adducendo come motivazione che gli stessi potessero essere presupposto di istigazione e fonti di propaganda fascista, una forzatura inaccettabile che colpiva un operatore culturale che che come unica colpa aveva quella di amare e vivere unicamente grazie a libri e documenti storici e rari di ogni orientamento politico, filosofico e religioso! Ancora più grave che questo episodio sia avvenuto solo a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione su di un foglio newyorkese di un delirante articolo contro l’architettura “fascista” che rispondeva alle stesse logiche, un episodio inconcepibile se si pensa che l’architettura italiana tra le due guerre sia stata, almeno fino a oggi e deriva iconoclasta permettendo, studiata più all’estero che da noi.
Una lezione sull’architettura della Garbatella
Alcuni anni fa ebbi io stesso il piacere di tenere per conto di Leon Krier una lezione sul campo che aveva come tema l’architettura della Garbatella a una sua classe di specializzandi venuti appositamente da New York. Amaramente mi vado convincendo di come molto probabilmente i brutti episodi sopra descritti siano le dirette conseguenze del clima di pesante caccia alle streghe che anche personaggi come Fiano e la Boldrini hanno contribuito a creare con i loro atteggiamenti, le loro parole, i loro atti ufficiali ai danni della cultura e della storia italiana o meglio, di una parte della cultura e della storia italiana, quella parte che una certa intellighenzia vorrebbe colpita dalla damnatio memoriae. Brutti episodi quelli di questi giorni dicevo, episodi che temo siano chiari segnali di un tentativo di pogrom in atto in Europa e in Italia contro la nostra cultura, la nostra identità e la nostra storia messo in atto o da chi evidentemente è assillato dall’esigenza di propagandare, furiosamente, un vero e proprio razzismo culturale oppure, e sarebbe addirittura più pericoloso, da chi agitando gli spettri di un fascismo morto quasi un secolo fa, tende a preparare il campo alla nostra definitiva omologazione culturale senza la quale una occupazione fisica dei nostri paesi sarebbe impossibile. Ebbene, non possiamo concedere a nessuno, quali che siano le sue motivazioni, di fare ulteriori danni, di decidere cosa si possa o non si possa leggere, scrivere, studiare, pensare; non possiamo permettere a nessuno di innalzare roghi sui quali bruciare testi e documenti sgraditi. E per fermare questo scempio e preservare un patrimonio storico e bibliografico che corre il serio pericolo di scomparire bisogna che tutti gli storici, gli studiosi o i semplici amanti della cultura lascino da parte i loro particolarismi, le proprie rimostranze alle volte settarie e si attivino invece concretamente per far nascere 1, 10, 100 fondazioni, centri studi, biblioteche che strappino dalle unghie di questi nuovi barbari la nostra storia e la nostra cultura. Non c’è più tempo, ogni giorno qualche libro, qualche documento, qualche reperto della nostra memoria comune rischia di scomparire e allora fate usare anche a me una frase spesso abusata: se non ora, quando?