Dopo i fatti catalani e lo scontro, non solo istituzionale, legato al referendum secessionista, è successo qualcosa di epocale fra la popolazione spagnola. Per la prima volta e senza motivi calcistici, è sorta una reazione nazionalista di risposta al secessionismo catalano, ormai definito golpismo. In tutte le città del Paese, a Madrid e persino a Barcellona, milioni di cittadini, di tutte le età ma con una forte presenza di giovani, hanno manifestato il loro orgoglio nazionale. E’ la prima volta dai tempi di Franco che accade una cosa del genere. In questi anni il sentimento nazionale spagnolo, per via dell’evocazione del Caudillo (morto nel 1975), è stato tenuto sempre molto sotto traccia. Non è mai sorto un partito identitario forte (come può essere il FN francese o il MSI italiano o, più recentemente, un AFD o uno Ukip) e il Partido Popular, che rappresenta nei fatti il passaggio dal franchismo alla democrazia, ha abbandonato le istanze nazionali e identitarie da molti anni.
Va inoltre detto che negli intenti, il Partido Popular avrebbe dovuto rappresentare le istanze nazionaliste, poiché nasce di fatto dal franchismo. In precedenza esisteva una formazione che si chiama Alianza Popular (dal 76 all’89), fondata da un ministro franchista e a forte connotazione post franchista, che ha appunto cambiato nome in Partido Popular. Va notato che gente come Aznar da giovane stava in sindacati studenteschi falangisti che criticavano il franchismo perché aveva tradito il pensiero di José Antonio Primo de Rivera.
Il ritorno del Re
Il Re nella società spagnola, nonostante sia stato zitto per molti anni, ha ancora un certo peso. Va ricordato che il passaggio dal franchismo alla democrazia ha avuto fra i suoi principali fautori proprio Juan Carlos, padre dell’attuale Felipe. Juan Carlos poi ha perso ogni credibilità perché ha permesso una deriva antinazionale della Spagna e ha avuto condotte personali pessime, ma il figlio Felipe con il messaggio dell’altro giorno ha dimostrato che laddove il Re di Spagna si schiera ancora per il proprio paese, riesce ad incontrare il favore del popolo e delle “folle”. Con il messaggio di Felipe è possibile che la Spagna abbia ritrovato un leader, ma soprattutto abbia ritrovato sé stessa.
Questione catalana.
Tralasciando ragionamenti pretestuosi, che vedono ritornare in auge delle rivendicazioni di natura quasi feudale fuori tempo massimo, possiamo localizzare la nascita di un movimento di indipendenza catalano nella seconda metà del XIX secolo. Negli anni ’20 ci fu un tentativo di proclamare l’indipendenza, che però venne soffocato pressoché nel sangue dal dittatore Miguel Primo de Rivera (dittatore dal 1923 al 1930), padre del fondatore della Falange Spagnola. Questa reazione piuttosto pesante diede linfa alle rivendicazioni di natura indipendentista e repubblicana. Successivamente allo scoppio della guerra civile, la Catalogna combatté strenuamente e compattamente con le forze repubblicane, quindi contro coloro che poi vinsero e instaurarono il regime franchista. Francisco Franco quindi intraprese politiche di natura punitiva. E’ probabilmente per questo che molti catalani di nascita vedono nella Spagna la rappresentazione dell’oppressione, ma in virtù di quanto sta succedendo, la secessione non è una strada percorribile.