Fermati tutti e quattro i componenti del branco che ha stuprato un giovane polacca a Rimini, picchiando e rapinando il suo fidanzato, oltre ad usare violenza contro un transessuale.
L’operazione dello Sco e squadra mobile Rimini
Una confessione di due minorenni marocchini, nella caserma di Pesaro, ha dato il via all’operazione dello Sco che ha fermato anche un nigeriano minorenne e il presunto capobranco, un congolese di 20 anni, Guerlin Butungu, che cercava di fuggire verso la Francia. Quest’ultimo è stato arrestato da due poliziotte, dopo che l’uomo aveva negato le sue generalità: è un rifugiato residente a Vallefoglia nel pesarese. Secondo la prima ricostruzione offerta dai due giovani marocchini, di 15 e 17 anni, avrebbero bevuto e assunto droghe prima di perpetrare le violenze nei confronti della coppia di polacchi.
Il ruolo del padre dei due marocchini
Il padre dei due giovani marocchini, dove averli riconosciuti li ha invitati ad andare a costituirsi: “Gli errori li ho fatti anche io. Mi sono ubriacato, ho rubato, ho fatto risse. Quindi, primo, con la transessuale hanno rischiato perché potevano essere rintracciati dal protettore. Ma poi hanno rischiato anche per la violenza alla donna polacca. Perché se qualcuno violenta una delle mie donne, mia moglie o mia madre o mia figlia, io lo ammazzo”, ha detto il padre dei marocchini.
Sulla pagina del congolese, presunto capobranco, si sono già riversai gli insulti di italiani e polacchi sdegnati per l’atto compiuto dalla banda di stupratori a Rimini.