Degrado, occupazioni abusive, sporcizia, micro criminalità, racket. I media accendono i riflettori si questo tipo di situazioni solo in casi specifici, magari se c’è di mezzo Roma o Napoli ma, anche a Milano, città proverbialmente sviluppata, gli ultimi anni hanno visto fiorire situazioni invivibili.
Così come capita per le grandi città di tutto il mondo, da New York a Londra, a poca distanza dal centro industriale e finanziario, patinato e ricco, si trovano quartieri dove la vita sembra un tragico teatro dell’assurdo.
Facendo un esempio, via Bolla a Milano è nota alle cronache da qualche mese per essere una via ad alto tasso di occupazioni abusive ed una massiccia presenza di Rom. L’ultimo episodio in ordine di tempo riguarda il palazzo al numero 38, gestito dall’Aler (l’ente delle case popolari), che secondo alcuni dovrebbe addirittura essere abbattuto per il degrado di cui è oggetto.
A denunciare l’ultimo fatto apparentemente irragionevole, è stato il consigliere di Zona 8 eletto nelle file della Lega e militante di Lealtà Azione, Stefano Pavesi. “Qui, fino a pochi giorni fa, abitava un anziano, italiano, regolare da sempre e che purtroppo nei giorni scorsi è deceduto. La sua famiglia ha riconsegnato le chiavi ad Aler che si è subito mossa per mettere lastre di ferro a porte e finestre. Questo, però, non è bastato. Una famiglia rom è arrivata, ha distrutto queste lastre ed ha occupato abusivamente l’appartamento”, spiega il consigliere”.
Già a giugno i residenti avevano definito questa parte di Milano “l’inferno in terra”. Come riportava il Giorno, “qui di africani non c’è più traccia da tempo. Potevano scappare e l’hanno fatto. Chi gestisce il racket ora sono basisti rom che avvertono quando un appartamento si libera, per morte o trasferimento dell’inquilino, e con tempismo perfetto lo fanno occupare da parenti o amici”.
Di questa via, a quanto sembra paradigmatica di scempio e sfascio, si erano occupati anche la Rai e TgCom24. Il quadro è desolante. Fra gli edifici fatiscenti regnano i rifiuti che rendono l’aria irrespirabile e diffondono malattie. La violenza è all’ordine del giorno e si moltiplicano le aggressioni.
Dal capoluogo lombardo, centro dell’Italia “che produce” ci si aspetterebbe ben altro.