Hisham and Sami adventure è un fumetto un po’ particolare: non lo trovate in edicola, né su qualche sito di vendite online dedicato al mondo dei comics. Potete invece reperirlo in Libano, dove ha avuto una grande diffusione tra i ragazzi in età scolare. Infatti, Hisham non è solo intrattenimento, ma educazione al pericolo rappresentato dalle mine che, nel Paese dei Cedri, rappresenta ancora una minaccia concreta.
Trama La storia è molto semplice: un ragazzo diviso fra la scuola e la passione per il pallone, in un angolo di mondo che, quando non è la guerra a sconvolgere la quotidianità, ci pensano i problemi sociali, economici, di condivisione delle risorse con i quasi due milioni di profughi riversatisi dalla vicina Siria stravolta dal conflitto civile. Ma i campi di pallone possono nascondere insidie: basta che la sfera vada fuori dal campetto e… accidenti! Fra le foglie può apparire un sensore o si inciampa in un filo quasi invisibile: insomma, curiosità o disattenzione possono causare una tragedia. Allora cosa si fa? Si
sta attenti a dove si gira e ci si informa: in una nazione che conserva nelle sue viscere tonnellate di “anti-personnel weapons” l’ essere pronti (e informati) può salvare la vita. Lo sanno i nostri militari, che hanno diffuso il fumetto informativo.
Dove si trova In Libano chiaramente, ma anche in Afghanistan e in altre realtà in cui l’Italia assiste le popolazioni locali. A realizzarli è lo staff del 28° Reggimento “Pavia”, unico reparto in Italia specializzato in comunicazione operativa. L’attività di educazione e di informazione nei teatri operativi non passa, però, solo per i comics: video e trasmissioni radiofoniche (vedi Radio Bayan West) permettono, infatti, di coprire il più ampio bacino d’utenza possibile, rispondendo alle esigenze imposte dalle criticità degli ambienti di intervento.
Anche in Italia Il pericolo mine, fino a qualche decennio fa, riguardava pure il nostro Paese. I nati negli Anni ’40 e ’50 ricorderanno manifesti a tinte forti e con immagini drammatiche di bambini feriti e madri terrorizzate, con la scritta:
“Non toccate mai ordigni o altri simili“
La Seconda Guerra Mondiale era da poco finita e di bombe, di proiettili e di mine inesplose la Penisola era piena. Ancora oggi, in particolare nei luoghi delle battaglie, è possibile imbattersi in involucri di granate, per quanto il passare del tempo e l’opera di bonifica abbiano radicalmente ridotto la probabilità di essere feriti o uccisi. Diverso per i giochi pirotecnici, per i quali varrebbe la stessa prudenza che veniva richiesta, un tempo, ai nostri padri e ai nostri nonni, malgrado l’incoscienza di alcuni pare non avere limiti di età…