Sull’onda lunga del successo presidenziale, Macron punta alla maggioranza anche alle prossime elezioni politiche di giugno. I sondaggi danno il suo movimento, En Marche!, al 32%. Non c’è partita con gli altri, manco con il Front National.
Le intenzioni di voto al parlamento sembrerebbero abbastanza netti, almeno stando ai risultati del sondaggio Harris commissionato da France Televisions. Macron e il suo movimento sono sopra al 30%, staccando così tutti gli avversari.
LA DESTRA (DIVISA) ZOPPICA.
Il Front National è attestato su una forbice che lo posiziona a un passo dal 20%. Stessa identica percentuale, il 19%, su cui è accreditata la formazione di centrodestra nata dal rassemblement fra i Republicains e i centristi dell’Unione dei democratici e indipendenti che raccoglie nel suo seno ben sette sigle liberali e moderate. C’è l’effetto presidenziali che grava su questo dato, ça va sans dire. Dall’elezione di Macron, infatti, En Marche! ha conquistato un ulteriore 6% rispetto alle previsioni iniziali, viceversa la sconfitta Marine Le Pen cede il 3%. Come i neogollisti. Si fosse andati insieme, non ci sarebbe stata storia. Ma questo è uno scenario alquanto impraticabile.
IN MORTE DEL PARTITO SOCIALISTA
La Francia ha una lunga tradizione socialista. Su cui le politiche di giugno rischiano di scrivere la parola definitiva, fine. Dopo la clamorosa débacle di Benoit Hamon, il Ps convince solo il 6% degli elettori francesi. Cannibalizzati a sinistra dalla France Insoumise di Jean Luc Melenchon, attestata invece sul 15%. Il paradigma della confusione totale che si respira nella sinistra francese è nel destino dell’ex premier Manuel Valls. Ansioso di passare con En Marche, si è candidato senza sigle nel suo collegio storico, dove il suo rivale sarà il comico Dieudonné (forse per interposta persona).