• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
domenica 17 Gennaio 2021
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Cultura

Trieste. La mostra su Grilz e il senso di stare “in prima linea”

by Marco Valle
27 Aprile 2017
in Cultura
0
image
Almerigo Grilz

Difficile scrivere di Almerigo. Tanti ricordi privati e innumerevoli frammenti di memoria — in fin dei conti, come ricordava Pound, la tua unica, vera eredità — a fronte di troppe strumentalizzazioni, molte forzature, innumerevoli scemenze.

Oggi, per alcuni, Grilz è un’icona neofascista da santificare, per altri (sulla scia del peggior Vittorini) un “non –uomo” da dimenticare. Per altri ancora, è un nobile alibi per giustificare la loro ignavia, per qualcun’altro è un nome da citare per scaldare fredde platee o (magari) un “prodotto” da commercializzare.

Almerigo, da lassù, se ne fotte altamente, allegramente. Da buon agnostico e autentico “realista politico”, diffidava dai turibolari e dagli esorcisti, non amava l’incenso e detestava i nostalgici, d’ogni colore, fede e latitudine. Lo sanno bene Gian Micalessin e Fausto Biloslavo, i suoi compagni d’avventura dell’Albatross, gli unici ad aver sottratto in questi decenni “Alme” dai laudatores e dagli sbirri mediatici (Ordine giuliano dei giornalisti in primis). Ne va dato merito. Onore a loro.

Almerigo era un uomo complesso. Una notevole intelligenza intrecciata ad una inesauribile curiosità, un’inespressa passione artistica e molta, molta ironia. E tanto coraggio. Al limite dell’incoscienza. Da qui, dopo le delusioni politiche, la scelta di raccontare le guerre dimenticate, i soldati perduti, i popoli straziati. Con la cinepresa e il taccuino. Pagine e pagine piene di dati, schizzi, analisi, idee.

Almerigo era forte e razionale . Eppure, in amore si rivelò fragile, terribilmente fragile. Un ricordo privato. L’ultima volta che ci siamo incontrati, proprio alla vigilia del suo fatale viaggio in Mozambico, notai a casa sua — in via Rossetti a Trieste — una cornice infranta. Era la foto di Laura, il suo grande amore. Tra loro era finita da poco e lui non si rassegnava. Mentre la signora Grilz ci portava il caffè — come al solito, assolutamente imbevibile — ci confidammo. Tra uomini, tra istriani, tra figli di uomini di mare, non era cosa usuale. L’educazione genitoriale, il rispetto reciproco, la dignità ci imponevano il silenzio, la discrezione. Sempre. Ma quando gli amori finiscono fanno male, tanto male; e allora bisogna parlare, raccontare. Incazzarsi. Sfogarsi. Gli amici servono a questo. Purtroppo, quel giorno lontano, non ebbi molta fantasia. Imbarazzato, replicai con le solite banalità: “si chiude una porta, si apre un portone” e altre cazzate. Sorrise maliconico. “Hai ragione, adesso parliamo d’altro”. Almerigo non ebbe tempo per pensare a porte e portoni. Ad altri, nuovi amori. Il 19 maggio 1987 una pallottola africana chiuse ogni possibilità. Ogni futuro. Aveva 34 anni.

Almerigo ci manca. Per tanti motivi. Poteva essere il leader della destra post almirantiana o probabilmente (in tempi berlusconiani) il sindaco di Trieste, oppure un giornalista affermato o, magari, un produttore televisivo di successo e tante, tantissime altre cose. Ma lui decise altrimenti. Del resto ripeteva sempre “meglio crepare in Africa, che finire a Sant’Anna (il cimitero di Trieste)” . Il destino lo ha accontentato. Da trent’anni riposa sotto un grande albero. Gian è andato sin laggiù e ha acceso una candela e inciso una runa sulla spessa corteccia. Bene così.

Almerigo — e credo d’interpretare i sentimenti di tanti ragazzi/e triestini/e — non solo era il segretario dell’Effedigi, il riferimento attivistico e politico ma anche, e soprattutto, il nostro “fratello maggiore”, il viaggiatore che, nei Settanta, ci raccontava i concerti di Londra, le notti di Saint Tropez, le ragazze della Scandinavia, le mostre di Parigi, le disco di Ibiza, i punk di Berlino. Gli LP e i libri, le riviste e gli indirizzi “giusti” di Oslo e Barcellona, di Cannes e Amsterdam. Aria fresca in una città già da allora rattrappita nel localismo, nel provincialismo. Nella noia.

Ecco perchè mi appassiona e mi convince la mostra che domani si apre a Trieste. Negli spazi di Palazzo Costanzi, proprio alle spalle di piazza Unità d’Italia, il grande spazio urbano prospicente quell’”Adriatico amarissimo” che attanaglia e inquieta ogni triestino non terragno,  Piero Comelli e Andrea Vezzà — due coraggiosi ricercatori, autori dell’ottimo saggio “Trieste a Destra”, il racconto a 360 gradi delle vicende del neo e post fascismo giuliano — presentano “I mondi di Almerigo”. Un percorso nel percorso. Tante storie in una storia. Una bella, intensa vicenda che ritroverete nel catalogo che potete (dovete…) ordinare al sito www.spazioinattuale.com .

La data non è casuale. Grilz il 12 aprile avrebbe compiuto 64 anni. Non riesco da immaginarlo anziano. Per me e per tanti amici lui rimane e rimarrà per sempre un ragazzo, un giovane uomo. For ever young. Comelli e Vezzà lo hanno capito. Grazie a loro, Trieste ricorda finalmente quel suo figlio scapestrato quanto geniale.

Al rischio di ripetermi, Almerigo, nella sua troppo breve parabola, fu tante cose e questa esposizione rende, finalmente, giustizia al “mulo” che non volle invecchiare. Al politico innovatore tarpato dai piccoli notabili di partito. All’intellettuale che non ebbe tempo di pubblicare i tanti libri che immaginava, progettava, scriveva. All’artista che non ebbe modo d’esprimersi pienamente. Al “fratello maggiore” che tanto, tanto ci manca. Ciao Alme. Gli anni sono solo dei momenti. We few, we happy few. (da Destra.it)

@barbadilloit

Marco Valle

Marco Valle

Marco Valle su Barbadillo.it

Tags: Barbadillogrilzmarco vallemsitrieste

Related Posts

La Forza della Poesia. Pär Lagerkvist e l’elogio del vento tra tenerezza e oblio

La Forza della Poesia. Pär Lagerkvist e l’elogio del vento tra tenerezza e oblio

17 Gennaio 2021
La lettera. Hiiro Onoda eroe del Bushido

Hiroo Onoda e Mr Stevens, l’eroismo di chi adempie al proprio destino

16 Gennaio 2021

L’europeismo di Drieu tra filosofia, letteratura e politica

Il “Socialismo fascista” di Drieu tra contaminazioni e nichilismo

Der Arbeiter 4.0. L’Italia e la riscoperta della “funzione sociale” della proprietà

Riviste. “Il Guastatore” e il futuro dell’Africa

Da Fiume alla rivoluzione antisnob, Mario Carli l’ardito “dimenticato”

Identitaria. Fenomenologia dei non conformisti tra Drieu Pound e comunitarismo

La Forza della Poesia. Dino Campana, i Canti Orfici e l’amore per Sibilla Aleramo

Più letti

  • L’intervista.  Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    L’intervista. Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Addio a Le Pen in Europa e a stop al progetto Sud, la Lega si ricolloca?

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Alain de Benoist: “Elezioni Usa: non c’è stata nessuna onda democratica pro Biden”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Destre. (di M. Veneziani). Meloni vola ma le manca classe dirigente

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Usa. Tarchi: “In un colpo solo eliminato Trump e legittimati gli avversari”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

La Forza della Poesia. Pär Lagerkvist e l’elogio del vento tra tenerezza e oblio

La Forza della Poesia. Pär Lagerkvist e l’elogio del vento tra tenerezza e oblio

17 Gennaio 2021
Il punto. A destra torna d’attualità la partecipazione dei lavoratori

Segnalibro. La partecipazione dal Corporativismo alla costituzione e al dibattito nell’Ue

17 Gennaio 2021
Le “anime belle del centrodestra” e la sfida (possibile) di un governo conservatore o di unità nazionale

Le “anime belle del centrodestra” e la sfida (possibile) di un governo conservatore o di unità nazionale

17 Gennaio 2021

Ultimi commenti

  • sandro su L’europeismo di Drieu tra filosofia, letteratura e politica
  • Guidobono su Giornale di Bordo. Il Covid e l’uomo occidentale che ha dimenticato lo stoicismo
  • Guidobono su Segnalibro. Gabriele d’Annunzio il vate, l'”uomo d’arme”, lo scrittore
  • Guidobono su Citofonare “sovranisti governisti”
  • Guidobono su Marco Tarchi: “Il sovranismo senza una impostazione populista avrà un futuro incerto”
  • Valter Ameglio su Der Arbeiter 4.0. L’Italia e la riscoperta della “funzione sociale” della proprietà
  • Guidobono su Giornale di Bordo. Ma Trump non è Churchill. E nemmeno Mussolini

with by Alessandro Mignogna

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più