![Jean-Luc Melanchon](https://www.barbadillo.it/wp-content/uploads/2017/04/melenchon-discours-5-juin-france-insoumise-310x155.jpg)
No, no è una nuova Place de la Concorde. E non siamo nel febbraio del 1934 quando Drieu La Rochelle, attraverso Gilles, plaudeva l’unità di comunisti e fascisti nel circondare il parlamento ricolmo di corrotti.
Il possibile ballottaggio Le Pen – Melanchon (arrivato in questi giorni fra il 18 e il 20% nei sondaggi), al contrario, rappresenta l’estremo tentativo della tecnocrazia di sottrarre la Francia alla vittoria sovranista del Front National.
Il leader di sinistra, infatti, tutto risulta essere che un nuova speranza popolare; Senatore dal 1986 al 2010 per il Partito Socialista, Jean-Luc Mélenchon ha praticamente cavalcato tutta la storia del più corrotto partito francese, avvallando qualsiasi deriva liberale e globalista, fino al ravvedimento radicale degli ultimi anni.
Non a caso, il suo programma fortemente sociale ed antieuropeista si distingue da quello di Marine Le Pen solo sulla cruciale questione dell’integrazione dei migranti, sulla quale il Partito di Sinistra mostra una totale apertura nella più classica delle logiche mondialiste.
Dunque, le elites ostili, presentano l’asso nella manica, visto lo scarso appeal dei candidati tradizionali in seno alla partitocrazia Fillon e Macron. Un politico storicamente intimo del sistema di potere, abile demagogo capace di controbattere la penetrazione operaista del Front National, pronto a richiamare all’unita repubblicana contro il pericolo fascista una volto giunto al ballottaggio. Facilmente riconducibile nell’alveo dell’austerity e del realismo dei conti qualora capace di vincere le elezioni.
Il modello Grecia, insomma, è servito. Ma il percorso di Marine Le Pen e del Front non è paragonabile alla scarsa credibilità dei movimenti sovranisti del mediterraneo. La partita, è tutta aperta.