Primarie annullate, è ufficiale. Con il disimpegno pubblico di Gianfranco Miccichè e Saverio Romano, salta l’esperimento siciliano. Forza Italia e Cantiere Popolare tirano la retromarcia e lasciano quindi alla destra della coalizione l’onore e l’onore di rispettare l’impegno comune affinché il prossimo candidato governatore sia espressione diretta degli elettori. In fondo, l’ipotesi fallimento delle consultazioni era già sul piatto dopo che il presidente del comitato organizzatore, l’ex An Marco Falcone, si era dimesso in polemica con i vertici azzurri. Un closing che non arriva anche perché è lo stesso Silvio Berlusconi a non aver mai nascosto una certa allergia per uno strumento che lo priverebbe della decisione finale.
La regia di Arcore
Sul tavolo di Arcore c’è la voglia d’intercettare il blocco centrista e di vagliare l’ipotesi (tra le altre) di sostenere alla presidenza della Regione l’ex rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla, che intanto ha lanciato il movimento civico Idea Sicilia. “In primo luogo, c’è la necessità di attrezzare una larga coalizione alternativa a Crocetta – fanno sapere Micciché e Romano – In secondo luogo riteniamo necessario un confronto sui contenuti e sui programmi, presupposto indispensabile di unità e coesione”.
Le barricate sovraniste
Il banco è pronto a scoppiare, quindi. Sì, perché la melina forzista, più che unire, rischia di lacerare la coalizione sul versante sovranista. Diventerà Bellissima, Noi con Salvini e il Movimento Nazionale Siciliano non intendono retrocedere sulle primarie, tanto da formalizzare davanti al notaio l’accettazione della candidatura in forza delle firme raccolte in questi giorni nelle piazze siciliane. “Consideriamo molto grave che alcuni partiti, malgrado avessero sottoscritto quella intesa, abbiano deciso all’ultimo momento di tirarsi fuori con bizantinismi e motivazioni disarmanti, mettendo a serio rischio l’unità dell’alleanza”, suona così la nota congiunta a firma di Nello Musumeci, Angelo Attaguile e dell’autonomista Gaetano Armao.
Un caso Marchini a Palermo
Prima ancora della tornata d’autunno, c’è il voto di primavera: lo dice il calendario. Così la corsa a sindaco di Palermo si sta già rivelando un laboratorio carico di sorprese, con Forza Italia pronta a sostenere la candidatura dell’ex deputato regionale dem di formazione umanista Fabrizio Ferrandelli in alternativa a Leoluca Orlando. Un’ipotesi che ricorda da vicino l’esperimento tutt’altro che vincente di Alfio Marchini a Roma. Anche allora il deus ex machina fu Silvio Berlusconi. Intanto Raul Russo, storico esponente di Fratelli d’Italia, ha fatto pervenire pubblicamente il suo non possumus.