Dopo il tracollo del premier Manuel Valls in Francia, sconfitto nelle primarie della sinistra francese dal radicale Benoit Hamon, si registra la fine delle camicie bianche, i leader come Matteo Renzi, Pedro Sanchez e Diederik Samson, la cui stella è ormai in declino. Anche Ferruccio De Bortoli, storico direttore del Corriere della Sera, archivia questa stagione effimera della sinistra europea. Ecco il suo commento.
“Manuel Valls è l’ultimo leader della sinistra europea in camicia bianca sconfitto in queste settimane. Nel settembre del 2014 l’allora premier francese era salito insieme a Matteo Renzi sul palco della festa dell’Unità di Bologna. Insieme al presidente del Consiglio italiano e al primo ministro transalpino c’erano il segretario dei socialisti spagnoli, Pedro Sanchez, e il presidente dei laburisti olandesi, Diederik Samson. Tutti i leader erano in camicia bianca, una divisa che voleva rappresentare l’anima innovatrice di una sinistra europea più riformista e meno paludata rispetto al recente passato ricco di sconfitte. A meno di due anni e mezzo l’immagine si è molto ingiallita: Sanchez ha perso la guida del PSOE, e dalla fine di ottobre non è più deputato. Diederik Samson è stato sconfitto a dicembre nel congresso per la presidenza del partito laburista olandese. Manuel Valls è naufragato alle primarie presidenziali dei socialisti francesi, battuto da un suo ministro, Benoît Hamon, che si era dimesso proprio nei giorni del patto della camicia bianca in aperta opposizione alla sua svolta riformista. Matteo Renzi ha dovuto lasciare la presidenza del Consiglio dopo la netta bocciatura subita al referendum costituzionale lo scorso 4 dicembre. In 100 giorni la camicia bianca è divenuta il simbolo delle sventure della sinistra europea, e Renzi è ormai l’unico leader del palco di Bologna a combattere per rimanere ancora in campo. Con il maglioncino scuro, per cautelarsi”.