Nonostante i 66 emendamenti deposti dai deputati di Front National, Lega del Sud e Repubblicani – e l’assenza di François Fillon che non era presente all’assemblea nazionale – il “reato d’ostruzione” è stato votato dall’Assemblea giovedì sera. Due anni di prigione e 30 mila euro d’ammenda, ecco cosa costerà informare sull’aborto. Una legge contro la quale si è battuta Marion Maréchal Le Pen, che ci spiega gli effetti in questa intervista.
Perché, secondo lei, i sostenitori dell’aborto non vogliono che le donne siano informate prima di prendere una decisione così pesante?
“La sinistra oggi non ha più alcuna consistenza ideologica, il suo campo è diviso, ed il suo elettorato tradizionale si è sciolto come neve al sole, essa ha dunque bisogno di riattivare le vecchie battaglie ormai sorpassate che hanno fatto grande il suo tempo, per rassicurarsi e riunirsi. La battaglia a favore dell’aborto è certamente una delle più simboliche. Per la sinistra, occorre dunque farla durare il più a lungo possibile, andando avanti, sempre più lontano: diritto fondamentale, rimborso integrale di tutti gli atti relativi all’aborto (oggi un’ecografia di una donna che abortisce è rimborsata ben più di un’ecografia di una donna che desidera vedere il proprio bambino), soppressione del periodo di riflessione e al momento, creazione del reato d’ostruzione per tutti quelli che con qualsiasi mezzo (non soltanto digitale) cercano di offrire un’alternativa alle donne esitanti. La gente di sinistra vuole anche donare l’impressione di resistere a una minaccia reazionaria e conservatrice. Poveri, mi vien da dirvi; e poveri di fronte a una tale stupidità”.
I siti di informazione sull’aborto sono accusati d’essere siti di disinformazione, da parte di Laurence Rossignol. Cosa vi fa pensare una tale inversione della realtà?
“Era, in effetti, l’argomento avanzato per proteggere presumibilmente le donne dalla “pressione” di quei siti che le orientavano verso una cattiva direzione con delle “false informazioni”. Oggi questa pressione non esiste, in realtà il governo cerca di sopprimere tutte le alternative alla sua propaganda ufficiale, in favore di una banalizzazione dell’aborto. Vorrei mostrare il video di un medico che, sul sito ufficiale del governo, spiega che non v’è alcuna conseguenza fisica o psichica dopo l’aborto, mentre invece il parere dei medici sono tuttora divisi sulla questione. Persino Simone Veil concorda nel dire che gli effetti psichici non siano nulli. Con il testo, vi sarà dunque a buon giudizio da scegliere accuratamente tra le informazioni giuste e erronee. È un’aberrazione e la censura totale della libertà d’espressione”.
Ritiene che questo “reato d’ostruzione” sia un’infantilizzazione delle donne; non è anche e soprattutto una pretesa totalitaria della “cultura della morte?”
“Si tratta chiaramente di un tradimento totale nei confronti dello spirito del testo di Simone Veil. La legalizzazione dev’essere una legge d’eccezione, non un diritto, l’estremo ricorso in un quadro di soccorso, e di cui il governo deve fare di tutto per dissuadere la donna. Oggi il semplice fatto di voler dissuadere la donna dall’aborto è percepito come un attentato a questo diritto e il bambino non è considerato come un essere vivente nel quadro di un progetto parentale. Questa deriva risulta terrificante, mentre ogni anno sono 200mila gli aborti praticati e il 10% delle liceali dell’Ile-de-France hanno già abortito, nonostante un migliore accesso alla contraccezione”.
Come lei, alcuni deputati LR hanno lottato contro questa proposta di legge, ma altri deputati LR hanno votato a favore. Su questa questione della difesa della vita, quali risposte apporterà il programma presidenziale di Marine Le Pen, quando François Fillon apparirà come “il candidato de la Manif pour tous”?
“Piuttosto che la creazione di obiettivi, quote d’aborto nelle strutture sanitarie, bisognerà sostenere finanziariamente le strutture che si prefiggono di accompagnare e assistere le donne sole ed esitanti. Bisognerà rivedere il rimborso totale e illimitato dell’aborto, poiché le donne sono esseri responsabili che devono essere trattate come tali. Bisognerà istituire l’adozione prenatale e ripristinare il lasso di tempo di preavviso di riflessione, per evitare decisioni precipitose in un momento di panico, per decretare che l’aborto non sarà mai un atto innocuo. Infine bisogna attuare soluzioni finanziarie gratuite per una politica familiare degna di questo nome, in particolar modo per le madri isolate, mentre oggi il 47% delle donne abortisce per ragioni economiche”.