Un nuovo quotidiano ha avuto, oggi, il suo battesimo dell’edicola. Si chiama La Verità ed è diretto da Maurizio Belpietro che, nell’editoriale di esordio, spiega come il giornale sia nato “contro l’arroganza”. Per Belpietro, la nascita di un nuovo organo d’informazione è doverosa perché lo scenario dell’informazione italiana sarebbe stato praticamente occupato – quasi manu militari – dal pensiero unico del renzismo al governo.
Scrive Belpietro: “Può un presidente del consiglio incarognirsi a tal punto per le critiche e le notizie pubblicate da pretendere la testa del direttore del giornale che quelle critiche ha stampato? […] Eppure a far saltare come birilli le capocce dei giornalisti che pongono domande imbarazzanti è colui che si appresta a chiedere agil italiani ancora più potere con una modifica costituzionale che insieme alla legge elettorale gli consegnerà il pieno controllo del Parlamento, delle istituzioni e dunque dell’Italia, un Paese che perde terreno sempre più indebitato e con sempre meno lavoro, con buona pace dell’informazione che finge di non vedere”.
Amplia il discorso Stefano Lorenzetto che scrive della necessità di uno choc. “Ci voleva un pugno nello stomaco. Il nostro, tanto per comminciare. Poi quello dei lettori. Poi quello dei potenti e dei prepotenti”. E, sul nome “La Verità” ironizza, dopo le battute di sapor sovietico circa l’assonanza con Pravda: “Parentele scomode, assai lontane dallo spirito di questo giornale. Ci siamo anche prefigurati il siparietto all’edicola: Mi dia la Verità. Ma dai!”. Però, come spiega nel suo fondo Lorenzetto, il nome è testimonianza anti-relativista e citando le visioni di Chesterton, afferma: “Non dovete credere a chi predica che esistono solo verità variabili: semplicemente non è vero. Le verità incontrovertibili, anche se vengono messe in discussione, resistono e sempre resisteranno all’usura delle mode e delle stagioni perché sono iscritte fra le leggi perenni del consorzio umano e formano la grammatica di un popolo che voglia parlare un’unica lingua e perciò intendersi”.
A La Verità collaborano numerose firme, elencate nel paginone centrale del cartaceo e sul sito del quotidiano: “La Verità può contare sulle firme di illustri giornalisti e opinionisti, fra cui Giampaolo Pansa, Roger Scruton, Andrea Vitali, Mario Giordano, Luca Telese, Giancarlo Perna, Aldo Forbice, Cesare Lanza, Paolo Nori, Riccardo Ruggeri, Carlo Pelanda, Mauro della Porta Raffo, Costanza Miriano, Marcello Mancini, Richard Millet, Massimo Gandolfini, Umberto Tirelli, Ettore Gotti Tedeschi, Laris Gaiser, Robert Spencer, Renaud Camus, Luigi Negri, Giacomo Amadori, Francesco Borgonovo, Claudio Antonelli, Edoardo Cavadini, Sarina Biraghi, Maurizio Caverzan, Eugenia Roccella, Mario Celi, Francesco Agnoli, Alessandro Gnocchi, Paolo Attivissimo, Eugenio Benetazzo, Gemma Gaetani, Adriano Scianca e molti altri”.
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