Kim Rossi Stuart in un’intervista rilasciata a Corrado Augias in Quante Storie (trasmesso su Rai 3, lo scorso 14 settembre) ha sottolineato la necessità di far del cinema che stimoli la riflessione, in un momento, come questo, in cui il cinema è soprattutto, a suo dire, intrattenimento.
Forse, bisognerebbe prenderla come una difesa del suo ultimo film, Tommaso, presentato fuori concorso al Festival di Venezia. Questo, pur di far riflettere, perde terreno nella coerenza della narrazione.
Tommaso è un’attore che vuol diventar regista per potersi esprimere liberamente, ma che non vuole fare i conti con la realtà del mercato cinematografico; è un uomo con un rapporto complicato con la madre, colpevole forse della maggior parte delle ossessioni del figlio. Ma è anche un quarantenne in crisi, non proprio di mezz’età, che si sente in dovere di cercare una donna che sia quella giusta, ma che sembra non esserlo mai (colpa forse di micro difetti che solo lui riesce a scorgere nelle pur bellissime donne che lo accompagnano, da Jasmine Trinca a Cristiana Capotondi); é il padre mancato che propone continuamente alle sue compagne di far figli, che in realtà non vuole.
Tommaso chiede molte cose, ma finisce per non ottenerne nessuna, per suo stesso merito. “Tendo al solipsismo” ha confessato il regista e protagonista, che ha certamente contagiato in questo senso la pellicola: tutto si riduce alla personalità di Tommaso, non troppo distante dalla sua.
Certo, il film non manca di belle trovate e leggerezza, di dialoghi brillanti come altrettante interpretazioni (su tutte, quella di Camilla Diana) e di un finale che sorprende e concede una soluzione. A tratti diverte, a tratti innervosisce (cosa dire altrimenti dei sogni, dal valore simbolico, ma evidentemente splatter?). La sincerità con cui il film è scritto conquisterebbe di più il pubblico se Tommaso non fosse caratterizzato in termini tanto particolari: in lui ci si può riconoscere solo ad intermittenza, così come ad intermittenza va il film.
Una commedia in 93 minuti, piacevole, anche se non del tutto soddisfacente.