“I media occidentali sull’Islam hanno molte colpe. Hanno la colpa di essere superficiali, di non informare abbastanza, di non essere coscienti delle cose che riportano”. Così a Barbadillo.it lo storico Franco Cardini ha fotografato il rapporto tra informazione occidentale e mondo musulmano, intervenendo a Bari all’incontro della “Fondazione Giuseppe Tatarella” per la presentazione del suo ultimo libro “L’Islam è una minaccia. (Falso!)” (Laterza, 2016). Cardini ha partecipato ad una conferenza con Michele De Feudis, giornalista del Corriere del Mezzogiorno, e Carlo Alberto Anzuini, docente di lingua e traduzione araba presso l’Università di Bari.
Il titolo del suo ultimo libro indica già il messaggio che lei vuole inviare. Chi sarebbe il destinatario ideale del suo volume?
E’ colui che, volendo discutere con musulmani o con ambienti in cui il mondo islamico è in evidenza, ha bisogno di un po’ di indicazioni di invio o di principio sulla materia. Nelle mie intenzioni questo è un libro didattico, e anche se l’espressione può sembrare limitativa o negativa, per me ha un’accezione positiva.
In che senso?
Verso l’Islam l’elemento fondamentale è il disorientamento, la gente non sa proprio cosa pensare. E allora uno strumento come il mio libro – non mi faccio illusioni, non credo si risolva nulla con i libri – però può aiutare a mettere sulla strada giusta. E anche a far capire che certi problemi possono risolversi gradualmente, avviando un colloquio, una discussione.
C’è la politica tra i destinatari del libro?
La politica senz’altro. La politica, nel senso alto del termine, è la scienza che insegna a vivere insieme e a gestire la società. E poi oggi la politica è particolarmente bisognosa di incentivi di natura culturale. Un tempo infondo non era così. Perché quando si faceva la professione di politico si richiedeva un certo tipo di impegno intellettuale, più o meno forte. E oggi non è più così.
Perché?
Perché il personale politico soffre di carenze d’informazione, d’educazione, di capacità dialettiche. E allora i politici hanno particolarmente bisogno di queste idee, perché il loro livello sta obiettivamente diventando allarmante.
Lei, durante l’incontro, parlando del fondamentalismo islamico, ha affermato: “ci sono degli stati islamici che combattono il terrorismo, uno tra questi è l’Iran”. A livello mediatico tutto questo, almeno in occidente, non è stato detto?
Ma certo. A livello mediatico non si è detto che, ad esempio, gli Hezbollah hanno condannato fortemente il terrorismo. Anche perché loro sono sciiti, non fanno terrorismo. Loro condannano duramente qualunque forma di terrorismo. Il mondo sunnita – non dico che i sunniti siano filoterroristi – ha una elasticità maggiore nei confronti di questi strumenti di lotta. Per gli sciiti è inammissibile uccidere degli innocenti, ed è una cosa che per loro non si deve in alcun caso fare. Ora, tutto questo contrasta, per esempio, con quello che l’opinione pubblica sa. L’opinione pubblica ritiene che Hezbollah sia un’organizzazione terroristica. Questo non è affatto vero. Al massimo questo è il parere di Israele, e di conseguenza anche dell’Europa.
Come mai?
Perché Hezbollah fa la guerriglia, che è diverso da entrare in un locale pubblico, iniziare a sparare oppure farsi saltare per aria. Gli Hezbollah queste cose non le hanno mai fatte. Allora se Hezbollah condanna il terrorismo la gente dice: ma tutto ciò è in contraddizione con l’organizzazione stessa perché infondo fa terrorismo.
E ritiene che non sia così?
No, Hezbollah non ha mai fatto operazioni terroristiche.
Quindi i mass media occidentali hanno una colpa rispetto ai messaggi che quotidianamente inviano?
S’, in generale i media occidentali hanno molte colpe. Hanno la colpa di essere superficiali, di non informare abbastanza, di non essere coscienti delle cose di cui informano. Infatti hanno, in generale, scarso interesse per l’approfondimento o lo studio anche originale dei dati. I mass media ordinariamente lavorano sulla base di notizie che vengono preconfezionate, come ad esempio, quelle che ci arrivavano sul mondo arabo e sui movimenti politici arabi che, fino a poche settimane fa, venivano elaborate tutte da una centrale mediatica americana che stava in Tennessee. E passavano per essere notizie che addirittura provenivano da Al Arabiya o da altre fonti arabe.
E invece?
E invece non arrivavano nemmeno da lì, perché venivano mediate, organizzate, da questo centro di autentica disinfomazione. Poi, sarebbe bastato leggere bene sullo schermo del proprio computer da dove proveniva una certa notizia per capire che non era vera.