Sarà forse una coincidenza, ma brucia lo stesso. Fragalà. Così il regista Renzo Martinelli ha chiamato l’insabbiatore nel film Ustica: la quarta ipotesi. Il richiamo all’ex parlamentare di Alleanza nazionale ucciso sei anni fa a bastonate a Palermo sembra inevitabile. Il suo assassino non ha ancora un volto. Intanto, il cognome di Enzo rimbalzerà nelle sale cinematografiche di tutta Italia con tinte inquietanti. Un incrocio beffardo per chi invece lavorò per scardinare i misteri collegati agli anni di piombo dall’interno delle commissioni Stragi e Mitrokhin.
“Non è una coincidenza – ha detto la figlia Marzia a Repubblica –, mio padre aveva già avuto uno scontro con il regista”. Il riferimento è la lunga querelle che ha accompagnato la pellicola Piazza delle Cinque Lune, film sul caso Moro che il parlamentare siciliano liquidò come opera di “disinformazione”. Martinelli, nel frattempo, smorza i toni parlando di “semplice casualità”. Scuse che non bastano agli esponenti del centrodestra. “Fragalà si è sempre distinto per le se indiscutibili doti politiche. Non vorrei si trattasse di una ritorsione a freddo”, fa sapere il forzista Gianfranco Micciché.