![Raffaele Cantone](https://www.barbadillo.it/wp-content/uploads/2016/01/Cattura-310x148.png)
Tutti lo immaginavano “democraticamente corretto”. De sinistra, piddino di osservanza renziana. Invece il quadro è differente. “La mia collocazione è la destra”: la rivelazione è di Raffaele Cantone, magistrato e presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, in una intervista di Salvatore Merlo su Il Foglio, ha rivelato che da ragazzo aveva il cuore che batteva per il Movimento sociale italiano, e addirittura ha partecipato ad una manifestazione dei ragazzi con le fiaccole tricolori nella sua città.
“Questo non dovrei dirglielo – ha detto Cantone – ma una volta da ragazzino a Napoli feci “filone” a scuola… E andai con amici a sentire un comizio di Gianfranco Fini che allora era il capo del Fronte della Gioventù. Alleanza Nazionale? Movimento sociale. La mia collocazione è a destra”.
![paolo-borsellino](https://www.barbadillo.it/wp-content/uploads/2012/07/paolo-borsellino-310x164.jpg)
Cantone – a differenza dei magistrati “rossi” Giancarlo Caselli o Luciano Violante – è espressione di una antropologia repubblicana e legalitaria di destra. Come lo era il giudice Paolo Borsellino, patriota caduto in combattimento contro le mafie. Il filo rosso è la sensibilità per le regole che, valendo erga omnes, possono diventare la garanzia di giustizia per i non garantiti di uno Stato “secondo giustizia”.
Sorprende, inoltre, la lucidità nel fotografare il mondo dei magistrati. Sul cortocircuito giudici/politica Cantone ha parole nette (e condivisibili): “Sono la politica e il Parlamento che devono fare la scelta di fondo”, ha puntualizzato in merito ai tanti colleghi “scesi” in politica. E commentando gli schemi berlusconiani anti-giudici, ha aggiunto: “Con tutti i suoi difetti la magistratura è un fondamentale presidio di legalità”, senza dimenticare che in alcuni casi “ha esorbitato, ci sono stati esempi di protagonismo esasperato. Ma l’umanità, si sa, è un legno storto”. Sano realismo. Di destra.