Gli attentati di Parigi hanno rivoluzionato la geografia della politica europea, con riflessi in tutti gli stati. In Francia è venuta meno la conventio ad excludendum nei confronti del Front National. Sul Corriere della Sera, in una intervista, l’economista di sinistra Jacques Sapir ha da un lato confermato il ritorno “della sovranità nazionale” e dall’altro ha aperto alla possibilità di vedere, senza scandalo, Marine Le Pen all’Eliseo.
Se saltano i trattati internazionali che hanno finora bloccato l’Europa
Il cuore del discorso di Sapir riguarda la sovranità e l’inadeguatezza dei trattati internazionali per affrontare sia la crisi economica che la sfida del terrorismo, e rimette in circolo nel dibattito intellettuale parole come confine, frontiera, cittadinanza, patto sociale.
“La decisione di Hollande – ha spiegato l’economista sovranista – di applicare lo stato di emergenza è in effetti una decisione di sovranità. Nella tradizione del diritto costituzionale c’è questa formula che viene da Carl Schmitt: “Sovrano è chi decide sullo stato di eccezione”. E questo atto sovrano è preso in riferimento agli interessi di un solo popolo, di una sola comunità politica. Questo prova che ci sono interessi specifici che non sono gli stessi del popolo italiano, tedesco, olandese e così via. Lo stato di emergenza è stato dichiarato solo in Francia. E il tema della sovranità è al cuore degli avvenimenti di questi giorni. Houellebecq dice cose importanti dal punto di vista del diritto, e ricorda il fatto che la comunità politica è definita dalle frontiere. Sono le frontiere che permettono di sapere chi può votare e chi no”.
La sovranità nazionale che ritorna
“Constato che il presidente della Repubblica in persona ha detto che “il patto di sicurezza è più importante del patto di stabilità”. È una dichiarazione fondamentale, che poggia su una lunga tradizione in economia e si richiama a quella famosa frase di Adam Smith nella “Ricchezza delle nazioni”, “la difesa è più importante dell’opulenza”. È chiaro allora che c’è una contraddizione radicale tra le azioni attuali del governo francese e gli impegni presi con il Trattato di Lisbona e anche con il Trattato sulla Stabilità. Penso che Hollande stia vivendo malissimo la contraddizione tra quel che deve fare e i trattati che impegnano la Francia. In ogni caso, il ritorno alla sovranità nazionale si è messo in moto”.
Cade la pregiudiziale repubblicana contro la Le Pen e il Fn
Oltre destra e sinistra: “Per me è necessario questo fronte comune per ripristinare la sovranità dello Stato. Un giorno potrebbe parteciparvi anche il Front National. Penso che la questione si porrà di nuovo a metà dicembre, dopo una possibile affermazione del Front National alle elezioni regionali. Ma dipende dal FN, dalla sua evoluzione, per adesso insufficiente”, conclude Sapir.
Il ritardo italiano dell’area sovranista
La riflessione sul ritorno della sovranità in Italia registra invece un progressivo deterioramento a causa degli eccessi sloganistici degli interpreti dell’area non allineata o populista. Mancano analisi profonde, letture incrociate degli scenari internazionali, una minima conoscenza dei trattati internazionali che regolano la partecipazione globale dell’Italia nei consessi sovranazionali. Trionfa il pressappochismo: le dichiarazioni post Parigi di Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono state di una superficialità imbarazzante e mal si conciliano con un orizzonte che preveda responsabilità di governo (e forse anche di opposizione costruttiva). E così gli elettori preferiscono rifugiarsi nell’astensionismo, o dare forza al caravanserraglio grillino. In attesa di tempi (sovranisti) migliori.