Sono andato a vedermi Suburra. La recensione de Il Foglio non mi aveva convinto. Devo dire che trama e colpi di scena tengono lo spettatore inchiodato per due ore. La storia è ambientata a Roma negli ultimi giorni dell’ultimo governo Berlusconi, con Ratzinger che medita di dimettersi già nel 2011. Favino interpreta bene la parte dell’onorevole di destra corrotto, così come Claudio Amendola, nella parte del supremo garante a Roma del riciclaggio, è davvero notevole nel suo pacato e laconico romanesco, perfetto nell’esprimere il potere, freddo, distaccato e allusivo, soprattutto nel dialogo con il Casamonica di turno, che nel film prende il nome di Anacleti: “Ce lo sanno tutti che voi avete fatto i sordi a forza de scontà le cambiali ai poracci. Siete forti ma l’immaggine che ci avete resta quella de cravattari morti de fame” . E con questa battuta gli zingari sono sistemati.
Si capisce che il ‘garante’ si trovi a suo agio coi personaggi della destra hard, per via di un lontano passato comune, ma gli affari sono affari e “se questi qua con la legge (per gli arenili di Ostia) non je-a fanno, aspettamo quegli artri dopo le elezzioni”. Notevole anche la Gorietti, nella parte della mignottella d’alto bordo. E dove potevano girare la scena di sesso a tre con la minorenne che crepa di overdose? All’Hotel de Russie, naturalmente.