“Essere stato invitato il 19 ottobre a Dresda come “ambasciatore Lega” per il primo compleanno di Pegida è motivo di orgoglio per un lavoro di promozione di idee considerate pericolose e controcorrente, ma che si stanno pian piano rivelando la strada giusta da seguire”: racconta così Vincenzo Sofo, direttore de Il Talebano, l’esperienza vissuta in Germania accanto al movimento patriottico Pegida.
Quale ruolo svolge Pegida nella politica tedesca?
E’ un simbolo molto importante perchè dimostra che la Germania, iconograficamente il male assoluto per gli identitari, non è un monolite pro-Merkel e pro-UE, ma anche in quello che dovrebbe essere l’unico a godere di questa Europa della finanza il popolo è tutt’altro che contento. Sapere che anche la Germania può cadere è un importantissimo segnale che deve dare vigore e speranza a tutti noi, convincendoci a potenziare il più possibile le collaborazioni tra movimenti identitari nel nome di un’alleanza di popoli per restituire all’Europa la propria identità.
C’è unità di intenti nel fronte sovranista e identitaria europeo?
E’ una condizione necessaria, da costruire insieme, ma non sufficiente per sperare di vincere la battaglia: perchè per farlo, è necessario che questi movimenti lavorino per dotarsi sempre più di un’anima di governo oltre che di lotta, presupposto per convincere la gente ad affidarci non solo l’opposizione ma anche l’alternativa. Cosa che ha saputo fare molto bene Marine Le Pen, che sta facendo Salvini e che ha intenzione di fare anche Pegida.
Come ha iniziato il suo percorso politico?
Sono entrato in Lega nel 2009, dopo le esperienze giovanili nei meandri della destra indipendente, perchè avevo capito che era questo il movimento che più possedeva al suo interno una vocazione identitaria e che era questo il movimento più adatto a portare avanti queste istanze negli anni a venire. D’altronde la deriva finiana e il dissolvimento nel Pdl erano la prova provata di questo ragionamento.
Il ruolo del magazine digitale “Il Talebano”?
Con i ragazzi de Il Talebano abbiamo subito deciso di iniziare un lavoro diffusione culturale per far sì che il Carroccio si aprisse all’esterno per trovare dei punti di incontro con tutto un mondo che, seppur con approcci diversi, condivide la necessità di abbattere il modello di società attuale per uno che rimetta al centro l’uomo e la comunità. L’avvento di Salvini in questo senso è stato una manna dal cielo, avendo trovato in lui un’ottima sponda per introdurre in Lega pensieri e autori come Buttafuoco, Massimo Fini, Alain de Benoist, Franco Cardini… e per fare in modo che il movimento iniziasse a guardare anche al di là dei suoi confini territoriali tradizionali.
L’obiettivo è dare un’anima sovranista alla Lega? I prossimi orizzonti?
Lo scorso febbraio, dopo aver vinto la scommessa del Salvini referente identitario, della svolta a destra e dello sbarco a sud, abbiamo deciso di proporre una nuova sfida: con il progetto delle Mille Patrie, abbiamo lanciato l’idea di un laboratorio di confronto e collaborazione culturale e politica tra tutte quelle realtà che lavorano per queste istanze, per travalicare i confini dei partiti e tessere rapporti che consentissero di costruire una rete più ampia trasversale inclusiva e dunque potente possibile.
Da qui parte “1000 Patrie”.
E poichè questa necessità di identità non è presente solo in Italia ma in tutta Europa, abbiamo pensato di fornire un contributo anche al lavoro di network che Salvini e Lorenzo Fontana stavano compiendo a Bruxelles, affiancando all’aspetto della collaborazione politico/istituzionale tra partiti quello della collaborazione politico/culturale tra movimentismi: ecco perchè nell’evento di presentazione di 1000 Patrie a Roma, oltre a Matteo Salvini, Lorenzo Fontana e Pietrangelo Buttafuoco, abbiamo invitato i referenti dei francesi del Bloc Identitaire e dei tedeschi di Pegida. Due realtà che consideravamo molto interessanti, la seconda delle quali – ai tempi appena nata – per la prima volta entrava in contatto con realtà politiche italiane.
Gi scenari europei identitari sono in movimento…
Oggi troviamo il Bloc Identitarie a fianco di Marion Le Pen, referente dell’ala più identitaria del FN, per le elezioni regionali e un Pegida in crescita che sta suscitando paura alla Merkel e interesse in tutta Europa. Segno che l’intuizione de Il Talebano era stata giusta.