L’impossibile, dicono, sia accaduto in Francia dove nella tana della sinistra, nel covo degli universatari liberal chic, il Front National s’è imposto ed ha guadagnato un rappresentante. Marine Le Pen e Florian Philippot hanno twittato festosi al successo, roboante e fragoroso, che rimbomba dalle aule dell’università Sciences Po, là dove se n’è andato a insegnare – in fuga dal bailamme della politica di casa nostra – il Letta minore, l’Enrico che avrebbe dovuto star sereno.
Sarà vera gloria? Forse sì. Ma la notizia non riguarda più di tanto i socialisti che già hanno altre falle da tappare nei loro bacini storici di consenso, cioè le tute blu. Consenso. beninteso, che se ne va dritto proprio nell’urna di Marine. La questione riguarda in primissima battuta la destra francese, intesa nella veste azzimata dell’Ump, nell’evoluzione svampita dei nipotini di Charles De Gaulle. È senza leader credibili, ricicciare Nicolas Sarkozy, uomo già fiaccato dalla sua stessa ubris è corto circuito che racconta la fine del progetto della grandeur neogollista. Una destra istituzionale che non ha tanto da dire, interessata più a difendere gli interessi dei lobbisti (che forse compiono anche meglio la sinistra) che ai programmi credibili di governo. Non ha nessun appeal sui giovani, sugli studenti e sulla futura classe dirigente. Il suo destino, presto o tardi, è ormai segnato: lo svuotamento.
Ed è normale, allora, che l’Ump arrivi a schiacciarsi al centro e a far la fine dell’ennesimo partitino di centro. A destra, a far da contraltare ai socialisti di Hollande e Taubira, non può che esserci Marine Le Pen. Che, del resto, è impegnata in un processo importante di rinnovamento della classe dirigente della sua parte politica. Comunque la si pensi sulla querelle familiare con il vecchio leone Jean Marie, la Le Pen sa bene che la strada è imboccata e indietro non si torna. Perchè il successo all’Università Sciences Po, testimonia il rientro del Fn nell’alveo istituzionale. Scalzando gli ormai inutili orpelli neogollisti e compiendo – sul lato destro – l’ineluttabile profezia di quel visionario di Michel Houellebecq.