L’espulsione di Jean Marie Le Pen ha provocato reazioni nella vecchia guardia del Front National. In un articolo comparso su Le Figaro il 21 agosto, Alexandre Simmonot lamenta un trattamento a suo dire tutt’altro che positivo nei confronti di chi è rimasto fedele al fondatore. L’intervistato lamenta di essere stato allontanato solo per questo. “La sua espulsione è sopraggiunta poco prima della riunione dell’ufficio di presidenza- scrive Le Figaro riferendosi a ciò che è avvenuto a maggio – che ha deciso di sopprimere la carica del presidente onorario.”
Successivamente il tutto è stato bloccato dai giudici e ora Simmonot verrà estromesso il primo settembre. “La purga è in marcia – dichiara il diretto interessato –questi arrivisti si sono imbarcati dal nulla, tre anni fa, bagagli di Marine Le Pen. Ci trattano come se fossimo meno di niente, dopo anni passati al servizio del partito“.
La militanza di Simmonot è familiare, in quanto il padre faceva parte dei monarchici, controrivoluzionari e cattolici tradizionalisti del partito “una delle numerose correnti dell’estrema destra, che il patriarca dell’FN si inorgogliva di riunire sotto la sua bandiera”. Quelle correnti che con il nuovo corso marinista sono in parte sacrificate.
Simmonot racconta che di “epurazioni staliniane” ne sono in corso molte, ma tutti stanno zitti, denuncia, perché vogliono essere candidati alle elezioni. “Dai tempi del padre, anche nei momenti peggiori, c’era un lato sentimentale, ma dal 2011, sembra di essere al Cremlino ai tempi di Stalin“, accusa. “Ciò che interessava agli elettori, era questo lato dell’FN, solo contro tutti. Se non sarà più così il partito scomparirà. E se escludono Jean Marie, perderanno il 5% alle prossime elezioni”.