I Lego sotto accusa per la nuova serie di pupazzi legati alle nuove professioni: a sollevare la querelle è il Post, quotidiano diretto da Luca Sofri, e da sempre proiettato nel riproporre in Italia l’attenzione spasmodica per la categoria dei diritti tipica dei media americani.
“In questi ultimi giorni – scrive una giornalista de Il Post – LEGO è stata criticata da una serie di organizzazioni di genitori per la scelta di includere in una nuova collezione di “omini” un personaggio su una sedia a rotelle che è però un uomo anziano: la critica è che il nuovo personaggio non faccia altro che promuovere lo stereotipo che la disabilità sia presente solo nelle persone anziane. Vero, ma penso che ci sia qualcosa di più, anche se per molti non è così evidente: nel video di presentazione della nuova serie la sedia a rotelle viene spinta da un “omino” più giovane, che è una “donnina”, e tra i nuovi personaggi c’è quello di una madre-con-bambino”.
Ora qui sotto potete vedere voi stessi il filmato della Lego e giudicare il tasso di politicamente scorretto in questi personaggi.
https://www.youtube.com/watch?t=48&v=ZwmtS3N1-Mg
Allora arriviamo all’attacco frontale e ideologico contro la Lego nell’articolo del Post.
“il paradosso è che l’obiettivo dichiarato della nuova serie LEGO è quello di educare i bambini e le bambine alle differenze e a una serie di professioni che prima non erano rappresentate. L’obiettivo chiaramente fallisce. Per due motivi: il lavoro di “cura” di vecchi e disabili viene affidato, naturalmente, a una donna e quello della madre viene presentato come un mestiere tra gli altri.
Il sessismo nei giochi non è certo una novità. E non sono una novità le critiche di sessismo rivolte all’azienda danese”.
Davanti a questa deriva neofemminista, come denunciato più volte da pensatori fuori dagli schemi come il marxista Diego Fusaro, risulta evidente che il tema cruciale del diritto al futuro, delle scellerate politiche occupazionali, della crisi del welfare con le sue conseguenze sull’educazione sia diventato ormai corollario delle battaglie per l’affermazione dell’onnicomprensiva ideologia del gender. La cancellazione di ogni forma di ordine sociale, legato al genere, è solo una delle tappe della totalitaria fattoria degli uguali di orwelliana memoria.
Di fatto la Lego di questo passo finirà nell’indice delle aziende sessiste e magari sarà costretta a un comunicato stampa di scuse. Questo andazzo è ormai scontato e sempre più ripetitivo. E guardiamo davvero con compassione alla sinistra che ha dimenticato le trasformazioni sociali, nelle fabbriche, nelle scuole, nelle periferie, per interessarsi solo alla affermazione dell’ideologia dei diritti individuali, secondo il nuovo vangelo occidentalista.
Non ci resta che resistere e regalare, appena possibile, un dono Lego ai nostri bimbi, magari della serie legata al nostro amato Signore degli Anelli…