“Ascoltandola mi è sembrato di essere di fronte a una puntata di Ballarò, dato che sono ormai vent’anni che sentiamo sempre le stesse cose”: Roberta Lombardi, capogruppo del M5S ha fatto scoprire il bello dello streaming a Pier Luigi Bersani, leader del Pd a cui il presidente Giorgio Napolitano ha conferito un pre-incarico per sondare la possibilità di guidare un governo. Mentre la capogruppo grillina parlava, il nervosismo di Bersani era tangibile e il suo appello alla serietà ne è stato una diretta conseguenza. L’implacabile Roberta gli ha recitato il mantra con cui ha raccolto la rabbia popolare, riportandogli la noia di chi a lungo ha seguito i talk show televisivi e i finti duelli a colpi di “non mi interrompa”, “non è democratico”, “mi lasci parlare”. La Lombardi, come un novello Conte Mascetti, ha spernacchiato i rappresentanti della vecchia politica, ma è stata una beffa amara: solo un governo solido, fondato su una sovranità popolare e su un programma di riforme può tentare (senza nessuna certezza) di difendere l’Italia dalle speculazioni finanziare che pendono sulla sua testa.
I due interlocutori – Bersani e Lombardi – non comunicavano con lo stesso linguaggio. La rottura attuata dai grillini è conseguenziale al voto di protesta raccolto, una chiusura netta ai riti della democrazia parlamentare che finora non ha fatto demordere Bersani e i democratici dal proseguire l’opera di seduzione nei confronti dei parlamentari-cittadini.
Tra le parole brusche e irrituali della Lombardi e il bersanese c’è tutta la rappresentazione di un’Italia che non possiede ancora un codice politico condiviso per uscire dalle sabbie mobili nelle quali il paese di trova. E così, se la stagione dei tecnici può dirsi archiviata, non c’è ancora un nuovo inizio.
L’appeal dei vecchi partiti è ridotto ai minimi storici e il tandem Lombardi-Crimi può sbertucciare, come in una pellicola di Mario Monicelli, non Bersani in quanto aspirante premier, ma una intera storia politica – che affonda nel comunismo italiano e nel pensiero democratico cristiano – che è confluita nel Partito democratico. In questa beffa c’è tutto il limite del grillismo, bruciante istantanea di un paese che non riesce a trovare la forza per rimanere in piedi tra le rovine.
@waldganger2000