In queste ore di attenzione spasmodica per il Suv con cui Beppe Grillo è arrivato al Colle, c’è una notizia importante che fatica però a trovare spazio nei quotidiani e nei maggiori siti di informazione: per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione il Governo prevede di sbloccare 20 miliardi nella seconda metà del 2013 e ulteriori 20 miliardi nel corso del 2014. Lo ha reso noto Palazzo Chigi che ha affermato come la proposta intende «aumentare il nostro debito potenziale di 20 miliardi per ciascun anno, nel 2013 e nel 2014» in modo tale da «creare la disponibilità di cassa per pagare» le spese.
Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Economia Vittorio Grilli: ha spiegato come per arrivare al pagamento accelerato da parte della Pubblica amministrazione occorrerà «modificare gli obiettivi di finanza pubblica per creare gli spazi necessari». Secondo i calcoli di Confindustria la liquidazione dei crediti delle imprese da parte della Pubblica amministrazione potrebbe portare a un aumento in 5 anni di 250.000 occupati e a una crescita del Pil dell’1% per i primi 3 anni, fino ad arrivare al +1,5% nel 2018.
Insomma, a quanto pare le risorse – e che risorse – per contrastare la recessione esistono, nonostante le maglie della crisi, la burocrazia europea, i vincoli di bilancio e lo spread. Anzi, a quanto pare è proprio lo Stato – nelle sue varie articolazioni – ad aver bloccato lo sviluppo di interi settori, ad aver impedito il legittimo corrispettivo per servizi che le aziende hanno regolarmente svolto (e che in molti casi sono fallite aspettando i pagamenti proprio da parte del pubblico).
Avremmo potuto evitare, allora, diverse tragedie (il numero degli imprenditori e degli operai che si sono tolti la vita in questi mesi è impressionante) se solo si fosse pensato prima che bisognasse partire dal concetto che era lo Stato per primo a doversi dare una regolata più che i cittadini. Avremmo potuto evitare, con questo, la desertificazione di interi impianti industriali, lo smantellamento di imprese, di esercizi commerciali: tutte le realtà vitali della nostra economia e della nostra identità che adesso non esistono più. Invece di prostrarsi a ogni richiesta dell’Ue (che infatti ha rivisto la posizione in tema di rigidità) occorreva pensare al bene della Nazione. Ma per fare questo bisognava avere un Governo che avesse questo obiettivo. Bisognava essere, come ha dimostrato Cipro, orgogliosi: anche per un solo giorno.