Il presidente del Consiglio Mario Monti ha così motivato il “no” alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020:
“L’Italia può e deve avere mete ambiziose. Il nostro Governo è concentrato anche sulla crescita, non solo sul rigore, ma in questo momento non pensiamo che sarebbe coerente impegnare l’Italia in questo tipo di garanzia che potrebbe mettere a rischio denari dei contribuenti. Siamo in mesi in cui è prematuro sganciare la cintura di sicurezza. Se siamo a fare i conti con una condizione dell’Italia finanziaria difficile è perchè in passato sono state prese, da governi di ogni segno, decisioni senza molto riguardo a conseguenze finanziarie negli anni successivi. Noi non vogliamo che chi governerà nei prossimi anni si trovi in difficoltà. Il piano di rientro del debito previsto dal fiscal compact prevede per l’Italia uno sforzo significativo che imporrà una gestione estremamente rigorosa dei conti pubblici, per molti anni”.
Barba Translator. Ecco invece cosa stava realmente pensando:
“Se proprio dobbiamo spremere gli italiani, è molto meglio che i quattrini vadano alle banche e agli speculatori internazionali che sostengono questo governo e mi hanno dato una mano a diventare premier. Anche perché non ho nessuna intenzione di venire incontro a quel nanerottolo iracondo che non è in grado neppure di tener pulita la sua città da 10 centimetri di neve. E neppure di ingrassare i palazzinari che da decenni stanno cementificando Roma grazie a sindaci compiacenti. Così, in un colpo solo, do un’altra bacchettata ai politici spendaccioni e ai loro progetti faraonici e mi tengo buono il 90% degli italiani, romani a parte, che giudicano le Olimpiadi il solito magna-magna della Capitale”.