“La copertina del libro, con quelle finestre e i vetri rotti: quasi la metafora di una verità che vuole uscire dagli spazi in cui è stata chiusa” così commenta Leopoldo Di Girolamo, sindaco di Terni, “Magazzino n. 18 – Le Foto” (di Carla Cace e Jan Bernas, Fergen Ed. 2015), libro presentato dall’autrice nel corso di “Identità e cultura italiane nelle ex province di Istria e Dalmazia“.
L’evento, promosso dall’avvocato Paolo Crescimbeni e dal giornalista Marco Petrelli (con la collaborazione de L’Arena di Pola e del Laboratorio culturale Triskelion-Mille Patrie) ha voluto porre l’attenzione dei presenti non più solo sul dramma delle Foibe e dell’Esodo, ma sullo stretto legame fra il nostro Paese e realtà umane, culturali e sociali nelle quali da secoli l’ “italianità” sopravvive allo scorrere del tempo. Come affermato dallo stesso Petrelli “non si può comprendere pienamente la tragedia delle persecuzioni titine, senza avere la consapevolezza di ciò che abbiamo perso nel 1945. Fiume, ad esempio, non è il nome ‘fascista’ di Rijeka, ma il toponimo col quale sin dai tempi della dominazione austriaca veniva segnata sulle carte la città dell’Adriatico orientale“.
Il volume fotografico di Bernas e Cace ha, poi, aggiunto un elemento in più al main theme dell’iniziativa, quello della memoria. Gli scatti, realizzati nell’omonimo magazzino del porto vecchio di Trieste, raccontano l’odissea dei profughi italiani che settant’anni fa furono costretti dal precipitare degli eventi a lasciare tutto e a portare con sé solo poche cose, lo stretto indispensabile. Indispensabile che giace in parte ancora lì, tra le stanze polverose immortalate da Bernas.
Immagini che colpiscono il pubblico e lo stesso Di Girolamo, il quale ammette di aver approfondito quel capitolo di storia patria anche grazie all’amicizia di un esule, l’ex sindaco di Orvieto Concina e ha sottolineato l’importanza di lavori come “Magazzino n. 18” per promuovere e valorizzare il passato nazionale. E proposito di valorizzare il passato, Petrelli ha ricordato l’intervista (pubblicata su Barbadillo) che, la scorsa estate, gli aveva rilasciato il Console Generale d’Italia a Fiume Renato Cianfarani, nel corso della quale il diplomatico avevo espresso il desiderio di allestire a Fiume una mostra sulla Reggenza del Quarnaro. “Noi abbiamo Passavanti – domanda Petrelli – perché non partecipare?“
Il capoluogo umbro, infatti, ospita una casa-museo dedicata al conte Elia Rossi Passavanti, ufficiale di cavalleria decorato con due Medaglie d’Oro al Valor Militare (I e II Guerra Mondiale); magistrato e deputato ma, soprattutto, comandante de “La Disperata”, guardia personale del Vate a Fiume. “Parteciperemo all’iniziativa del Console sia con i materiali a nostra disposizione sia operativamente” replica Di Girolamo che, in qualità di sindaco, è anche “responsabile delle preziose testimonianze conservate nella casa di via Carrara“.