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Croazia. Il movimento “Barriera umana”: da stop agli sfratti alla difesa della sovranità

by Cristiano Puglisi
5 Febbraio 2015
in Esteri
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zivi zidC’è un uomo nuovo che si affaccia sul panorama della politica europea. Si chiama Ivan Vilibor Sincic, 25 anni appena compiuti, e lo scorso mese di dicembre, al primo turno delle elezioni presidenziali in Croazia, è incredibilmente riuscito, con il suo movimento “Živi zid”,  “Barriera Umana” a raccogliere il 16,42% dei consensi, ergendosi a terza forza dietro ai tradizionali partiti di centrodestra e centrosinistra.

La genesi del nuovo movimento

La storia di “Barriera umana” inizia l’8 novembre del 2012. La Croazia già a quei tempi stava attraversando una crisi economica terribile, similare alle ben note situazioni di altri Paesi mediterranei dell’eurozona. Una crisi che ha colpito soprattutto il ceto medio, con un aumento vertiginoso degli sfratti e delle confische di immobili da parte delle banche nei confronti dei cittadini morosi. E’ così che nasce l’associazione “Stop sfratti”. L’organizzazione prende in realtà le mosse dalle proteste di piazza dell’anno precedente contro l’esplosione di casi di corruzione nell’allora Governo di centrodestra del presidente Sanader, poi arrestato.

Il ruolo di Sincic e il messaggio contro le banche

A fondarla è, tra gli altri, l’allora 23enne e studente universitario Sincic. L’organizzazione, forte di una rete di contatti con associazioni del mondo antagonista studentesco, ha dato il via a dimostrazioni spettacolari con l’occupazione di immobili e la diffusione via Youtube delle operazioni di repressione messe in atto dalla polizia. Tali azioni hanno presto guadagnato ai militanti una notevole visibilità mediatica. Una visibilità che Sincic e soci hanno abilmente sfruttato, permettendo a un movimento relativamente leggero (in totale gli attivisti non sono più di un migliaio) di conquistare il cuore dei cittadini croati colpiti dalla crisi economica e dalle prepotenze del sistema bancario. Proprio a partire dalla denuncia della violenza morale perpetrata dalle banche, Sincic ha dato il via alla costituzione di un vero e proprio movimento politico, “Barriera umana” appunto, che, almeno per i suoi albori, ricorda da vicino l’esperienza italiana del Movimento 5 Stelle, con l’utilizzo disinvolto del web e dei social.

 Un partito per la sovranità monetaria

Ma le similitudini col movimento grillino finiscono qui. Perchè “Barriera Umana” ha saputo dal principio e nell’arco di un lasso di tempo relativamente breve dotarsi di un corredo programmatico coerente che andasse oltre la semplice protesta contro la corruzione. Si parla ad esempio di sovranità monetaria, di contrasto alle privatizzazioni. Ci sono poi riferimenti programmatici tipici dei movimenti liberali e libertari, quali la legalizzazione della marijuana e l’amnistia carceraria, uniti a una certa sensibilità verso l’ecologia e la green economy.

 Le differenze rispetto a Syriza

Tuttavia sbaglierebbe chi volesse accostare il movimento all’emergente ultrasinistra europea, si pensi ad esempio al caso Tsipras. A differenza di realtà come Syriza, quello croato è assai più audace. I proclami contro “l’Europa delle banche” e a favore della “sovranità nazionale” e quelli contro “l’aggressività della Nato” fanno infatti pensare più a una vena nazionalista che non marxista. Un’ulteriore dimostrazione insomma di come, nell’Europa dell’austerità neoliberale, le vecchie categorie ideologiche siano morte e sepolte, in favore di una libera critica del pensiero egemonico. “Ni droit, ni gauche” dunque.  A Parigi come a Zagabria.

@barbadilloit

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