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Home Cinema

Cinema. In arrivo il film “Rosso Istria” del regista Belluco con musiche di Cristicchi

by MB
4 Febbraio 2015
in Cinema, Cultura
0

rosso istriaA pochi giorni dalla Giornata del Ricordo, arriva la notizia che è in preparazione il nuovo soggetto del regista Antonello Belluco “Rosso Istria”, con le musiche di Simone Cristicchi.

Si parla del dramma del confine orientale del dopo guerra, si racconta la tragedia del popolo istriano-dalmata, privato della propria terra alla fine del secondo conflitto mondiale. Una storia spesso ancora oggi sottaciuta che ripercorre gli orrori cui gli italiani d’Istria furono sottoposti al momento del passaggio di quel territorio sotto la dittatura comunista di Tito, che costrinse un’intera popolazione ad un esodo forzato privando della vita molti di loro massacrati e gettati spesso ancora vivi nelle foibe.

In ricordo della martire Norma Cossetto

Il lungometraggio, che verrà girato principalmente a Padova, racconterà anche la storia di una giovane studentessa, Norma Cossetto, laureanda all’università di Padova, barbaramente violentata e uccisa dai partigiani titini per la sola colpa di essere italiana. Una storia che vuole mantenere viva la memoria di un territorio “svenduto” e umiliato, che nel tempo si è riscattato attraverso le centinaia di storie di istriani scampati alla tragedia ed agli orrori, un popolo fiero che ha saputo riannodare i fili della propria italianitNorma Cossettoà trasferendo i ricordi e riaccendendo speranze e sogni nei cuori dei suoi figli.

Come in quello di Belluco, artista sensibile ed attento che già con la prima opera, il film “Il Segreto di Italia”, che racconta senza mezzi termini l’eccidio di Codevigo ad opera di brigate partigiane, ha voluto ricordare quello che ancora oggi a distanza di settant’anni anni, non è opportuno mettere a nudo in termini politici. E se è vero che la storia la racconta sempre chi vince, è altrettanto vero che la guerra miete vittime inconsapevoli ed innocenti da tutte le parti, vincitori e vinti. E nel caso della tragedia istriana oltre a fare vittime ha privato italiani della propria terra, delle proprie case, dei propri beni ed affetti, dividendo madri dai figli, padri dalle proprie famiglie, cercando di cancellare in ognuno di loro la consapevolezza e l’orgoglio di essere italiani.

Ognuno di questi sopravvissuti, nel corso della vita, ha avuto sempre come punto di forza il desiderio e la volontà di dimostrare al mondo di essere ancora italiano. In questo risiede il grande coraggio di Antonello Belluco nel voler raccontare con un film la catastrofe che questa gente ha dovuto affrontare, che prende le mosse nel settembre del 1943. In quel momento nei territori italiani martoriati dalla guerra scoppia il caos: il maresciallo Badoglio, capo del governo italiano, chiede ed ottiene l’armistizio da parte degli anglo-americani e unitamente al Re fugge da Roma, lasciando l’Italia allo sbando. L’esercito non sa più chi è il suo nemico, chi l’alleato, come deve comportarsi.

[youtube]

https://www.youtube.com/watch?v=MIR8tmIA3NM

[/youtube]

Il dramma si trasforma in tragedia per i soldati abbandonati a se stessi nei teatri di guerra ma anche e soprattutto per le popolazioni civili istriane, fiumane, giuliane e dalmate, che si trovano ad affrontare un nuovo nemico: i partigiani di Tito che avanzano in quelle terre, spinti da una furia anti-italiana. In questo drammatico contesto storico, avrà risalto la figura di Norma Cossetto, alla quale, sei anni dopo la morte, è stata conferita la laurea honoris causa dall’allora rettore Marchesi dell’università di Padova. A lei è intitolata una targa posta all’interno dello stesso ateneo. Nel 2005 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi le ha conferito la medaglia d’oro al valor civile.

Da destra Antonello Belluco e Simone Cristicchi
Da destra Antonello Belluco e Simone Cristicchi

Il film vede la partecipazione anche di Simone Cristicchi, compositore delle musiche che accompagnano il lungometraggio, protagonista con il suo Magazzino 18 nel cercare di scoperchiare definitivamente quel pentolone in cui per troppo tempo si sono rifugiati coloro che vorrebbero negare quei drammi. Ma oggi fortunatamente non possono più farlo.

@barbadilloit

@MarioBocchio

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