E’ il tempo della presa di distanze tra tecnici, dopo il flop elettorale della Scelta Civica di Mario Monti. Il ministro del Lavoro Elsa Fornero, con una intervista al Corriere della Sera, ha commentato la situazione politica sottolineando la sua autonomia rispetto alle scelte del professore bocconiano, che descrive come consigliato in maniera inadeguata da suggeritori “italiani o americani”. Le perplessità del ministro verso Monti sono chiare: «Non ci ha mai detto nulla della sua intenzione di impegnarsi in politica. Né prima né dopo». Come l’attenzione per Grillo: «Dopodomani, per la festa dell’8 marzo mi è stato chiesto di parlare delle donne al Quirinale. Il mio messaggio sarà semplice: forza ragazze, fatevi sentire in questo momento difficilissimo. L’Italia ha bisogno di voi. E lo dirò pensando anche alle donne, e sono tante, elette nelle liste del Movimento 5 Stelle». Lo stesso Grillo che non le aveva lesinato duri colpi in campagna elettorale: «Ma no, a Grillo non ho nulla dire. Mi ha attaccato in continuazione anche sul piano personale, se l’è presa perfino coi miei figli. E io l’ho accusato di vigliaccheria politica. Si figuri che dialogo può esserci. Però gli riconosco di aver intercettato un malessere della gente che è reale, è giustificato. E che i partiti non hanno capito o hanno sottovalutato».
Infine il passaggio cruciale su Monti che della decisione di candidarsi, dice la Fornero, «Non ce ne ha mai parlato». «Silenzio assoluto. Mi aspettavo che se ne parlasse non dico in Consiglio dei ministri, ma almeno a latere. E invece niente, né prima per dopo. Solo una volta, dopo che aveva deciso di guidare la lista, l’ho stuzzicato: “Scelta impegnativa”. “Sono frastornato”, fu la sua risposta». E infine la critica circostanziata: «No, no. Ho un’enorme stima di Monti e farò tutto il possibile al suo fianco fino all’ultimo. Ma un po’ sorpresa sì. Mi ha sorpreso anche vederlo recitare un ruolo che non è il suo. Non so se i consiglieri politici fossero americani o italiani, ma non mi pare che abbiano fatto un buon lavoro. E alla fine anche l’immagine del governo dei tecnici un po’ ne ha risentito».