È arrivata l’ora, i grillini mostrano i denti: «Beppe io sono d’accordo al 99% con quello che dici tu. Ma quello che dici non è quello che fai, perché dici che il movimento prende le decisioni dal basso, che ne discutiamo tutti insieme, ma questo non avviene!». Così Federico Pistono, attivista del M5S, si lancia andare in uno sfogo liberatorio per denunciare un progetto di «democrazia partecipata» nullo e puramente teorico, poiché offuscato da un sistema rigido che escluderebbe le decisioni degli elettori: «Nonostante il M5S parli di collaborazione, di scelta dal basso – spiega – a livello nazionale questa cosa non accade».
Agli occhi del giovane grillino la tanto decantata Comunità a cinque stelle, libera e includente alla politica, al contrario della situazione «dei comuni e regioni», sembrerebbe solo un lontano miraggio. Pistono poi, che anche un blogger, punta il dito contro l’utilizzo di un software «chiuso e proprietario», gestito in maniera poco chiara da Grillo e Casaleggio e non dagli attivisti.
Ma chi è questo “accusatore”? Laureato in Informatica, scrittore, blogger, aspirante regista, non è solo un brillante talento made in Italy, ma appare anche un fervente appassionato di politica, di un modus operandi liberale senza guinzagli e padroni. Federico di “no ai bavagli” se ne intende: è stato, tra le altre cose, uno dei promotori della petizione contro il disegno di legge Levi-Prodi del 2007, un testo fortemente limitativo nei confronti dei siti e blog su internet. Ed ora, pur aderendo al 99% alle proposte di Grillo, è pronto a dire la sua e non si risparmia nel muovere critiche verso la metodica scelta.
L’indirizzo democratico tracciato dall’ex comico, allora, alla luce del risultato elettorale, sembra deludere le sue aspettative. Le parole del giovane, classe ‘85, non risultano solo come sfogo personale, misto ad arrabbiatura, ma sono condivise da molti grillini, come dimostrano le migliaia di like condivisioni del video pubblicato di recente e il crescente numero di iscritti del gruppo “Democrazia liquida 5 stelle”.
La sua però non è una critica distruttiva, ma costruttiva: Federico, non sta con le mani in mano e propone subito la soluzione per uscire dall’impasse. Come? Con la creazione di una vera piattaforma di collaborazione aperta e non gestita da un «Casaleggio in modo completamente opaco», ma affidata ad attivisti esperti del M5S. È questa la proposta rivolta a Grillo per dotare l’Italia di una reale democrazia liquida tramite una piattaforma che sia «libera e open source» e non un software chiuso, che accoglie le decisioni solo degli ispiratori e fondatori. A quando l’apertura della comunità forse fin troppo posta sotto i diktat di Beppe e Casaleggio?
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