La querelle del Muos ha letteralmente messo in crisi i rapporti fra l’Italia, gli Stati Uniti e la Nato.”Eppure – scrive il Foglio – è quel che accade in questi giorni a Niscemi, dove la giunta della regione siciliana sta bloccando la costruzione di una base radar americana che aveva già ricevuto il via libera da commissioni di tecnici e dal governo di Roma”.
Il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara ricostruisce con un articolo di Luigi De Biase la vicenda nei dettagli: la base siciliana “doveva entrare a far parte della rete “Muos”, un sistema per il controllo dei satelliti che s’appoggia su quattro stazioni terrestri (le altre si trovano in Australia, in Virginia a sulle isole Hawaii). L’accordo fra le autorità americane e il governo risale al 2011, quando Ignazio La Russa era ministro della Difesa e Raffaele Lombardo sedeva sulla poltrona di governatore in Sicilia. I lavori hanno ricevuto il parere favorevole di Luigi Zanforlin e Patrizia Livreri, due specialisti che lavorano all’Università di Palermo”. Adesso è tutto rimesso in discussione anche per le posizioni assunte dal governatore Crocetta, che sull’argomento si è accodato alla battaglia anti radar dei grillini e dei movimenti popolari sovranisti. Per il Movimento 5 stelle, scrive il Foglio, “ci sono studi oscuri sull’elettromagnetismo e ipotesi aperte sul rischio che i tumori aumentino insieme con il rischio di leucemia, con i casi di infertilità, con i pericoli per i pacemaker e per l’aeroporto che un giorno sarà costruito nella vicina Comiso. E’ un approccio che si è già visto altrove, è l’ennesima versione del principio conosciuto con il nome di “not in my backyard”: vogliamo i telefoni cellulari, la connessione a Internet senza fili dovrebbe essere un diritto universale, ma tenete i vostri ripetitori lontani dalle nostre case a schiera”.
Il quotidiano romano riporta anche l’analisi di Gianandrea Gaiani, l’esperto di affari militari e direttore della rivista Analisi Difesa: “Fare parte del sistema Muos significa avere una posizione strategica nei rapporti con gli alleati – dice Gaiani – Non bisogna dimenticare il valore dell’installazione e l’indotto positivo che verrebbe con la presenza di personale e di tecnologia di altissimo livello su quel territorio”.
Intanto i diplomatici americani hanno rifiutato di sedersi ad un tavolo regionale convocato nel mese di febbraio. “Un mese fa – conclude Il Foglio – il governo ha dichiarato la contrada Ulmo un sito di interesse strategico per la Difesa, e da Palermo hanno fatto sapere di essere pronti ad arrivare sino in fondo, sino alla Corte costituzionale, pur di averla vinta. Nelle ultime settimane alcuni hanno notato che i lavori a Niscemi non si sono mai fermati davvero. A quanto sembra gli americani non seguono troppo il modello siciliano: sono rimasti fermi alle strette di mano e agli accordi fra ministri”.