Ho ricevuto ieri in ufficio una strana email, e sul momento non l’ho letta tutta perché stavo lavorando. Più tardi, ho visto che era firmata da quattro persone che non ricordavo bene, anche se i nomi mi dicevano qualcosa. Per quanto riguarda tre di loro, credo che la cosa che li accomuni è che nella vita si sono fatti crescere la barba, ma sulle barbe potrei sbagliare. Il quarto invece è un tale Armando Sanguini.
Allora, rileggendo di nuovo la strana email, finalmente mi sono ricordato.
E’ lui.
Vedete, si tratta di un grande Ambasciatore che anni fa dedicò proprio a me, via internet, un suo triste sfogo, approfittando del fatto che già altre testate ben più importanti del suo piccolo blog mi avevano preso di mira – peraltro con scarsi risultati. Si sa che in battaglia, come nella vita, tutto sta a cogliere l’occasione. E infatti il grande Ambasciatore finalmente l’ha colta, e si è buttato nella mischia.
“Per il bene del Ministero degli Esteri e della nostra diplomazia”, tuonava severo dalla sua paginetta web il grande Ambasciatore, “sarebbe tempo di porre fine all’epopea dinastica dei Vattani, e con essa alla sua ultima incarnazione tristo-parodistica rappresentata dal rampollo Mario”…
Che foga. E che coraggio.
Ma che vuole? Mi chiedevo allora.
Bisogna capire che il grande Ambasciatore Sanguini, che fa finta di conoscermi – ma io per fortuna non l’ho mai incontrato – è in qualche modo ossessionato dalla mia famiglia. Da mio nonno, a mio padre a mio zio, fino a mio fratello. Ma invece di comprarsi una di quelle belle tazzone inglesi per il tè col latte, con la figurina della famiglia Vattani che poi magari piano piano si scrosta, lui invece ci soffre.
Anche nella strana email che mi ha inviato ieri, se la prende con “una dirigenza che risente di un pesante stampo ereditario”.
Insomma, l’Ambasciatore (grande) ci sta male davvero.
In effetti c’è da preoccuparsi, perché anche nella fotografia con cui sceglie di presentarsi al mondo, si vede chiaramente come la bile stia progressivamente trasformando il suo volto, in origine sicuramente affascinante.
Armando ci soffre, non gli va proprio giù.
Ma perché adesso, mi sono chiesto, scrive proprio a me?
Perché la vita è una cosa meravigliosa. Comprendo dalla strana email che finalmente il grande Ambasciatore si è ricreduto su di me, e mi considera adesso suo amico: infatti si firma così, e mi chiama addirittura carissimo. Mi commuovo.
E allora Armandino mi parla del Circolo del Ministero degli Affari Esteri, di cui certo sono socio, come quasi tutti i miei colleghi, ma che purtroppo frequento poco, anche se il Presidente è mio zio Alessandro.
Perché in realtà il grande Ambasciatore è un rivoluzionario, e indovinando che per natura non mi tiro mai indietro, cerca di convincermi che basta con questi Vattani, che bisogna cambiare amministrazione, sgominarli, che bisogna “mettere fine alla gestione ereditaria” (cerco di ignorare quei passaggi, imputandoli a una forma di ripetitività giovanile) che bisogna garantire l’accesso alle liste, agli elenchi, ai dati di tutti quanti gli iscritti, che bisogna qui e bisogna lì.
Allega eroicamente anche uno scambio di lettere con il Presidente del Circolo, per avvalorare la sua tesi.
Allora per curiosità mi vado a leggere le lettere allegate, e scopro che tra i coraggiosi firmatari di altri precedenti messaggi, vi è un socio che non paga nemmeno le quote sociali. Credo addirittura dal 2008. Ci vuole coraggio davvero, per tener testa alla gestione ereditaria (che però mi risultava venisse democraticamente eletta dai soci) senza pagare nemmeno le quote.
Ma poi non approfondisco, perché al momento francamente non riesco a interessarmi né dei tre barbuti più uno, né delle loro ossessioni, né delle loro strane email.
Consiglio loro però di continuare la lotta, con coraggio e fermezza, possibilmente aiutandosi con dei moderni prodotti che si trovano in tutte le farmacie, e che riducono l’acidità, la bile e i loro effetti nefasti.