A seguito delle polemiche riguardanti gli errori nel test nazionale per il concorso di accesso alla specializzazione in medicina, abbiamo incontrato Mattia Kolletzek, coordinatore del Movimento Italiano Specializzandi.
Che cosa è successo nell’ambito del concorso nazionale per gli aspiranti specializzandi in medicina?
Per un errore materiale del Cineca sono stati scambiati il test delle specializzazioni di area medica del 29 ottobre con quello dell’area dei servizi del 31 ottobre. Il risultato è che i candidati hanno sostenuto una prova diversa da quella che avrebbero dovuto sostenere.
La soluzione del ministero vi soddisfa?
La soluzione non è soddisfacente perché apre il campo a ricorsi più che legittimi, specie se non verrà fatta assoluta trasparenza sul criterio di riassegnazione dei punteggi. Infatti conteggiando 28 domande su 30 le graduatorie saranno inevitabilmente falsate.
Voi siete stati d’accordo con l’introduzione della graduatoria nazionale?
Sì è una richiesta che proviene da anni e da tutti gli schieramenti. Però il sistema attuato quest’anno (graduatoria per specialità con un numero di sedi preordinato) è fallace. Il sistema più equo è quello spagnolo o francese. Test uguale per tutti, graduatoria nazionale unica e scelta di sede e specializzazione successiva.
Questo sistema, al netto degli errori nelle domande, è buono o può essere migliorato?
Il sistema richiede appunto una profonda riforma,a partire dall’esame di abilitazione fino all’esame di specialità. Che senso ha ad esempio, testare le conoscenze pre-cliniche di un aspirante specializzando dopo 6 anni di università e abitazione nazionale? Perché porre domande nozionistiche pure quando il medico nella sua pratica si trova di fronte a scenari ben più complessi? Per tacere della cronica carenza di contratti finanziati dal MIUR a fronte di un costante aumento del bisogno di specialisti nel SSN.