La Lombardia promuoverà, assieme a Veneto, Umbria e Abruzzo, un referendum abrogativo della legge 214 approvata dal Governo Monti nel 2011, riguardo la liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali. Se al gruppo si aggiungerà una quinta regione il referendum potrà essere sottoposto alla Corte di Cassazione e poi presentato ai cittadini. Il provvedimento ha incontrato, nella regione più produttiva e popolata d’Italia, una maggioranza trasversale, tanto che in Consiglio regionale 61 consiglieri hanno votato a favore della proposta, contro 4 contrari. Fra questi, a titolo personale, Giulio Gallera, esponente di spicco di Forza Italia.
Secondo i consiglieri lombardi la legge approvata da Monti ha provocato una situazione per cui la grande distribuzione si è ritrovata avvantaggiata, potendo mettere in campo aperture domenicali e festive indiscriminate, a discapito di negozi di quartiere e i piccoli commercianti, che non sono in grado di reggere il confronto. La questione oltre che economica è anche valoriale.
In Lombardia nessuna festa viene ormai rispettata e le aperture a Natale, Pasqua, Ferragosto e via dicendo sono diventate la regola. A pagarne le spese sono soprattutto i dipendenti delle grandi catene che devono fare i turni durante le feste, rimanendo quindi lontani dalle famiglie.
Per questo la Regione, assieme alle altre aderenti all’iniziativa, ha deciso di chiedere il referendum la cui approvazione avrebbe come effetto di ricondurre la pianificazione di date e aperture alle regioni stesse. I tempi sono però molto stretti e probabilmente non si riuscirà a trovare una quinta regione. Il segnale è però lanciato e non potrà essere ignorato.