Un nuovo incubo si agita, mietendo vittime, alla periferia dell’Europa. Qualche secolo fa, Grecia e Romania vennero sconvolte dalle (supposte) epidemie di vampirismo che furono alla base di grossi mutamenti sociali e culturali in tutto il continente. Oggi nelle aree più degradate dell’Europa si aggira uno spettro ben più reale e terribile, il virus dell’Hiv.
La relazione sulla droga 2014 redatta dall’Osservatorio Europeo su droghe e tossicodipendenze, riporta un dato allarmante: i casi di Aids crescono di giorno in giorno, facendo registrare impennate percentuali impressionanti proprio tra Grecia e Romania. Nuovi contagi, vecchi canali di infezione: le solite siringhe fanno dilagare l’Hiv. L’eroina uccide, in mille modi diversi.
In tutta Europa, secondo i dati della Relazione, sono state diffuse 46 milioni di siringhe, nell’ambito dei programmi specializzati, e solo per il 2012. Cinque anni prima, nel 2007, furono messe a disposizione “solo” 42,9 milioni di siringhe. L’aumento, però, non è armonicamente condiviso tra gli Stati dell’Unione. Anzi. In Spagna, Portogallo, Irlanda, Scozia, Slovacchia, Bulgaria, Svezia e Polonia il numero di siringhe distribuite è crollato. Al contrario, i programmi hanno fatto registrare un’impennata record per la Grecia (oltre 525%), Paesi Baltici, Ungheria, Regno Unito, Austria, Francia (13 milioni e 800mila siringhe distribuite) e Malta. Nonostante l’impegno, però, i programmi specializzati non riescono a coprire tutto e i contagi dovuti allo scambio di siringhe infette ritorna a far paura, ai margini (e nel cuore) dell’Europa.
Le tabelle relative all’incidenza di patologie connesse all’utilizzo di droghe è scioccante. Grecia e Romania fanno registrare “nuove epidemie di Hiv” con un inquietante tasso di aumento del rischio di trasmissione. L’allarme si estende anche alla Bulgaria che confina proprio con le due nazioni ritenute a più alto rischio Aids. La situazione dalle parti di Sofia, però, sembra leggermente migliore dato che il grado di rischio è ritenuto minore rispetto a quello di Atene e Bucarest. Insospettabili focolai e rischi, infine, sono stati registrati in Estonia, in Lettonia e in Austria. Anche qui si sono verificati nuovi contagi, sebbene sembrerebbero più contenuti.