La ‘ndrangheta ha saputo valicare gli stretti confini della Calabria e si è ormai imposta come una forma organizzativa transnazionale, capace di tessere accordi e stringere alleanze con la criminalità straniera. Un occhio agli affari sporchi, l’altro a quelli “puliti”. I capitali si guadagnano grazie alla droga, alle estorsioni. Poi occorre ripulire tutto quel fiume di denaro che va direttamente a finanziare imprese e ditte che concorrono agli appalti pubblici. Per vincere le gare, però, c’è bisogno di controllare le istituzioni. La Calabria – ad oggi – è la Regione che vanta il triste primato del maggior numero di Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Le ‘ndrine puntano in alto e cercano di tessere rapporti con la cosiddetta “area grigia” dell’imprenditoria e della politica, pescando negli ambienti dove colletti bianchi e criminali convivono parlando la stessa, identica lingua: quella del denaro a tutti i costi.
La Direzione investigativa antimafia non ha dubbi e anzi rilancia l’allarme. Nella relazione semestrale relativa al periodo tra luglio e dicembre 2013, l’Antimafia sottolinea le mire espansionistiche della criminalità calabrese. In tutto il Nord Italia e anche all’estero. “Sul piano giudiziario hanno trovato conferme le proiezioni della ‘ndrangheta in Piemonte e […] in Liguria L’operatività della delinquenza mafiosa calabrese nel territorio di riferimento è stata ricostruita nel corso delle indagini che ne hanno fatto risaltare l’attitudine all’infiltrazione nell’economia legale attraverso l’acquisizione di rapporti e cointeressenze con esponenti dell’imprenditoria e della politica locale”. E poi “Gli sviluppi di un’inchiesta hanno confermato che l’infiltrazione della criminalità calabrese in Lombardia continua a privilegiare l’estensione della rete relazione con la cosiddetta area grigia”. Il Nord-Est non è immune: “Si confermano interessi della criminalità calabrese in Veneto, verso il settore dell’edilizia. Le aree di maggior attenzione permangono l’ovest veronese e il vicentino”.
Le ‘ndrine vogliono anche la Pianura Padana: “In Emilia Romagna la ‘ndrangheta è radicata in buona parte delle province, dove opera secondo un consolidato principio di delocalizzazione degli interessi economici”. Infiltrazioni sono state scoperte anche in Toscana e nel Lazio. Il territorio toscano e quello laziale, però, è “condiviso” con la camorra che ha impiantato in queste zone diverse piazzeforti che paiono eredi delle teste di ponte fissate già alla fine degli anni ’70 dalla criminalità campana.
Gli inquirenti sottolineano anche i rapporti tra i clan calabresi e la malavita francese, alleanza finalizzata al controllo e alla gestione del mercato della droga nel bacino del Mediterraneo. Infine, le mani della ‘ndrangheta sembrano essersi estese anche nel florido e grasso Benelux. L’Olanda è la terra promessa: “ Quella che attualmente sembra emergere come principale minaccia per i Paesi Bassi è la ‘ndrangheta per il rischio che le ‘ndrine possano dar vita ad un processo di colonizzazione territoriale con il conseguente inquinamento delle realtà imprenditoriali locali”.