Milano è sempre stata considerata il più grande laboratorio del crimine d’Italia. Non fosse altro perché si tratta della capitale economica del Paese, non fosse altro perché si tratta di una delle primissime grandi città italiane a trasformarsi in una metropoli moderna, sospesa tra quartieri vip, zone dormitorio e banlieues.
Cambia la città e cambia la “sua” criminalità. La ligèra, la mala storica milanese, rappresenta ormai un polveroso ricordo da tempo consegnato all’archivio della coscienza collettiva. La sottocultura pop rappresentata dai ladri, dai grassatori e dalle bande che depredavano banche e uffici postali negli anni del boom economico, ha assurto dignità artistica con Ornella Vanoni e Giorgio Strehler che della ligèra hanno cantato le canzoni struggenti, beffarde e cattive fischiettate dai banditi di tanti anni fa. Oggi, a Milano, la musica è cambiata: in città, adesso, ci sono le gang dei latinos.
L’allarme dell’Antimafia è contenuto all’interno della relazione semestrale sulle attività svolte dalla Dia nel periodo che va tra il luglio e il dicembre del 2013. Le gang stanno cercando di farsi strada in città e le loro azioni vanno facendosi sempre più violente: “Continuano ad aver luogo, già da alcuni anni e in forma pericolosamente progressiva, azioni violente poste in essere da gang formate da giovani sudamericani, dette pandillas”.
Si tratta di bande organizzate. Secondo gli inquirenti, infatti, ogni gruppo ha una sua gerarchia interna. Rigida e fissa che pianifica e controlla tutte le attività degli affiliati, per lo più giovanissimi. Tra loro è in atto una guerra per il controllo del territorio metropolitano: “Questi gruppi si contendono il controllo di specifiche zone di Milano (parchi cittadini, fermate della metropolitana) talvolta attraverso alleanze tra bande consorziate per affinità culturali o per ragioni di opportunità”. La bande litigano, eccome: “Gli scontri sovente culminano con il ferimento e, in qualche caso, con l’omicidio di latinos avversari”.
Che non si tratti solo di gruppetti di balordi dediti al vandalismo, la Dia lo dice fin troppo chiaramente: “Tutte le gang latinoamericane disarticolate in Lombardia si caratterizzano per il ricorso a rapine e scippi che in taluni casi sono prodromici al finanziamento di ben più ampie attività illecite. Almeno in un caso sono arrivate a disporre di risorse economiche utilizzate per alimentare complementari derive malavitose”. Vuol dire che, finora, le gangs non hanno ancora compiuto il salto di qualità criminale che potrebbe trasformare le pandillas milanesi in veri e propri clan criminali.
E la sfida per gli inquirenti sarà proprio questa: evitare che i latinos possano diventare i padroni della città e che dal ventre della comunità sudamericana milanese possa nascere un cartello malavitoso capace di trasformare la Lombardia in un enorme magazzino della criminalità.