Una smentita che ha del clamoroso. Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, richiama all’ordine Eugenio Scalfari, storico fondatore di Repubblica. A non convincere la Santa Sede sono alcuni passaggi dell’intervista a Bergoglio pubblicata domenica scorsa in prima pagina sul quotidiano romano. Due passaggi in particolare: «due affermazioni – spiega il gesuita – che hanno attirato molta attenzione, non sono attribuibili al Papa. Cioè che fra i pedofili vi siano dei “cardinali”, e che il Papa abbia affermato con sicurezza, a proposito del celibato, “le soluzioni le troverò”».
«Come già in precedenza – continua Lombardi – in una circostanza analoga, bisogna far notare che ciò che Scalfari attribuisce al Papa, riferendo “fra virgolette” le sue parole, è frutto soltanto della sua memoria di esperto giornalista». Tirata d’orecchie, sì, ma in perfetto stile gesuitico.
Insomma, imbarazzo o no, Scalfari deve subire inoltre l’umiliazione di una considerazione al vetriolo: «Nell’articolo talune affermazioni vengono chiaramente attribuite al Papa, ma curiosamente – incalza Lombardi – le virgolette vengono aperte prima, ma poi non vengono chiuse. Semplicemente mancano le virgolette di chiusura… Dimenticanza o esplicito riconoscimento che si sta facendo una manipolazione per i lettori ingenui?».
RISCHI CALCOLATI O STRATEGIA COMUNICATIVA
Un copione, forse, già visto. Nonostante gli inciampi della prima conversazione, continua l’intesa tra Papa Francesco e Eugenio Scalfari. Sembra chiaro, al vescovo di Roma piace farsi intervistare dal fondatore di Repubblica. Ma il diletto ha poco a che vedere con l’operazione in corso. Probabilmente, Bergoglio intende sfruttare la possibilità di far breccia nel cuore dei lettori di una testata storicamente allergica ai pronunciamenti papali. Arrivando dove Ratzinger non avrebbe neanche osato rivolgere attenzione. Una passeggiata su di un campo minato, dunque. Dove il dialogo in nome della laicità rischia di prestarsi a rimbalzi gravidi di ambiguità. Ed infatti, Scalfari ci lascia nuovamente lo zampino, riportando con una buona dose d’improvvisazione le parole rilasciate dal pontefice.
Anche Vittorio Feltri si pone qualche interrogativo sull’opportunità di sfruttare la testata di De Benedetti come strumento di evangelizzazione. «Ciò che ci sorprende – ha commentato sul Giornale – è il fatto che Francesco non abbia ancora capito una piccola cosa: è meglio predicare all’Angelus che durante le visite di un giornalista (per quanto autorevole)». Dall’editorialista cresciuto al fianco di Montanelli, arriva tuttavia un consiglio: «Sarà bene in futuro evitare di scambiare idee con un rappresentante della stampa le cui cronache necessitano di essere corrette a pubblicazione avvenuta. Il Papa non ha bisogno di un portavoce».