“Il gruppo no-euro che doveva essere costituito attorno al Front National e alla Lega Nord non si è formato per l’inizio del parlamento europeo”: l’annuncio è di Claudio Borghi Aquilini, economista candidato alle Europee nelle liste della Lega Nord.
L’intellettuale ha spiegato il mancato traguardo con il potere dissuasivo dei media dell’establishment europeo e con il ruolo divisivo svolto dall’Ukip di Nigel Farage.
“Ci volevano 7 nazioni – ha puntualizzato – e nessuno si è aggiunto ai 5 fondatori (FN, Lega, PVV, FPO e VB). Nessun no euro in alcuno degli stati più in crisi che ormai “meridionalizzati” puntano solo a più soldi (vedi soggetti tipo Tsipras in Grecia). Nessuno da Spagna, Grecia, Portogallo, Irlanda. Le forze che vogliono che tutto rimanga così com’è sono pienamente in controllo e sono riuscite brillantemente nell’operazione di isolamento”.
La campagna per aumentare l’ostracismo contro l’asse Le Pen Salvini è stata feroce: “Incredibile lo spin dei media europei, appena un partito si avvicinava (vedi il Knp polacco) subito partiva un assalto di stampa tale da renderlo impresentabile. Ho visto cose…”.
Infine il ruolo ambiguo svolto da Farage con l’accordo siglato con i pentastellati italiani, formula che indebolisce e spezza in due tronconi il fronte eurocritico: “Fatto sta che gli inglesi (con l’aiuto di Grillo) – ha concluso – sono riusciti a dividere il campo e a neutralizzare l’iniziativa franco-italiana. Tanto loro l’Euro non ce l’hanno. Bravi”.