L’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder non teme di andare controcorrente e nemmeno di esprimere un netto dissenso rispetto alle posizioni dell’attuale leader della Germania Angela Merkel: già sulla guerra in Irak aveva segnato una cesura rispetto agli altri paesi occidentali, e la stessa autonomia di giudizio – legata alla difesa dell’interesse nazionale tedesco – lo ha guidato nel leggere la crisi ucraina.
“Le cause originarie della crisi ucraina? Sono le scelte della Ue, non quelle della Russia”, ha detto a Repubblica. E ha aggiunto spiegando con naturalezza che non ha mai avuto remore nell’abbracciare pubblicamente il presidente della Federazione russa Vladimir Putin: “Gli stessi giornalisti mi attaccarono duramente durante il confronto con gli Usa sulla guerra in Iraq. Secondo loro dovevamo combattere con gli americani in Iraq. Io allora cancelliere ebbi ragione, e oggi ritengo giusto parlare col presidente russo”. Poi ha spiegato il legame con la Russia: “Il mio rapporto col paese e la sua gente ha motivi storici. Noi tedeschi siamo stati responsabili della morte di 25 milioni di uomini nell’allora Urss. La riconciliazione con la Russia è un miracolo. In Russia c’è grande simpatia per noi tedeschi. Mi ha sempre affascinato come sia stato possibile dopo gli orrori della seconda guerra mondiale. È un bene prezioso, non dovremmo metterlo a rischio”.
Restano sullo sfondo le divisioni tra etnie in Ucraina. Schroeder individua nelle politiche dell’Ue la scintilla che ha scombussolato equlibri già precari: “L’errore base fu nella politica di associazione condotta dalla Ue. La Ue ha ignorato che l’Ucraina è un paese culturalmente diviso in profondità: da sempre a sud e a est si sono orientati verso la Russia, all’Ovest verso la Ue. Proporre un aut-aut, o associazione con la Ue o unione doganale con la Russia, è stato l’errore originario. Sono stati fatti molti errori. La loro prima decisione? Cancellare il russo come lingua per gli atti ufficiali. Poi l’est del paese non è rappresentato nel governo. Ciò crea diffidenza, come la partecipazione di un partito d’estrema destra al governo. Immaginatevi come reagisce la gente nell’est ucraino”.
L’interesse nazionale tedesco prima di tutto
L’ex cancelliere infine declina con coraggio una tesi che si inquadra nella politica realista della difesa della sovranità nazionale, a dispetto di chi annuncia blocchi commerciali e ritorsione contro la Federazione russa: “La Germania è centrale per la Russia. Siamo il loro principale partner in Europa, anche politicamente. Bisognerebbe parlare meno di sanzioni, e parlare anche di interessi di sicurezza russi. Una Ucraina nella Nato per loro non è accettabile. E invece sento solo dire che l’Occidente deve isolare la Russia e Putin. Una cosa è sicura: sanzioni e isolamento non portano a nulla”.
L’accordo Russia-Germania, in questi anni, ha garantito ai tedeschi non solo un notevole approvvigionamento energetico, ma soprattutto prezzi competitivi nell’acquisto del gas che hanno reso ancora più appetibili le produzioni made in Germany.
La posizione dell’Italia?
Federica Mogherini, ministro degli Esteri, in una intervista al Foglio, si è esercitata in acrobazie per schierare l’Italia in una posizione di dialogo sia con Putin che con l’Ue: “Una delle principali preoccupazioni è “evitare ulteriori scenari di guerra fredda”; “il dialogo Mosca-Kiev è difficile ma non impossibile”, “l’opzione militare non esiste” e “c’è necessità di sostenere Kiev”, sì, ma “nel rispetto delle minoranze”.