Papa Francesco non smette di rimarcare la sua impronta sociale. Ieri durante l’udienza generale del mercoledì ha portato alla ribalta una vicenda che stava passando sotto silenzio, ignorata dai media e presa poco in considerazione dalle istituzioni. L’altoforno delle acciaierie Lucchini di Piombino sta per essere spento, probabilmente già il 25 aprile. Perderanno il lavoro più di 2000 operai, che verranno gettati nel baratro assieme alle loro famiglie.
Lavoratori disperati hanno chiesto al Pontefice, con un video, di pregare per loro e la risposta non si è fatta attendere. “Ieri ho ricevuto un video-appello da parte degli operai della Lucchini di Piombino, inviatomi prima della chiusura dell’altoforno che mi ha davvero commosso. Sono rimasto triste.[..] A tutti i responsabili chiedo di compiere ogni sforzo di creatività e di generosità per riaccendere la speranza nei cuori di questi nostri fratelli.”
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Un messaggio di fede e speranza, ma anche un messaggio dal significato politico. Da oggi gli operai di Piombino hanno, per così dire, uno sponsor di peso e le autorità competenti non potranno fare altro che aiutarli, rischiando altrimenti brutta figura storica. E magari anche una scomunica. Per ora negli accordi sul tavolo si parla solo di bonifica dell’area, mentre il futuro dei lavoratori è un’incognita.
La questione delle acciaierie in Italia è aperta da molto tempo. Dopo la crisi dell’Ilva il settore intero è entrato in crisi e Piombino non è l’unica vittima. Le acciaierie Beltrame a Marghera chiusero circa due anni fa e a Terni si vivono giorni di paura.
@barbadilloit