L’iniziativa ‘”cuore spezzato” della Fiat, nonostante le critiche, continua. Oggi campeggiava anche sulle vetture non del gruppo dei dipendenti dello stabilimento automobilistico di Pomigliano d’Arco. Nella mattinata erano stati incaricati alcuni operai del “Giambattista Vico” a ricevere l’incarico di incartare le auto dei colleghi di marchio diverso da quelli del Lingotto, lasciando il messaggio del cuore spezzato.
L’iniziativa di parking marketing, ideata da un’agenzia pubblicitaria e partita nei giorni scorsi a Mirafiori, vorrebbe rappresentare una forma di persuasione per i lavoratori ad acquistare vetture Fiat con i nuovi incentivi per i dipendenti, che avranno un ulteriore sconto sull’acquisto dell’auto nuova (sconto del 26%).
Per questo motivo le autovetture di marca diversa sono state “prese di mira” dalla squadra di operai capitanati da un esperto pubblicitario, che li ha “invitati” a impacchettare le vetture con un involucro di cellophane, con il disegno di un cuore di carta spezzato. Operazione che in questi giorni ha fatto discutere, perché giudicata invasiva da molti dipendenti: quasi una schedatura. Non a caso già ieri molti ex cassaintegrati e operai dello stabilimento campano avevano criticato la campagna pubblicitaria, sostenendo oltretutto di essere «oberati di debiti» e di non avere uno stipendio tale da consentire loro l’acquisto di una nuova automobile.
Anche i sindacati non l’hanno presa bene. «Non mi sembra un’idea particolarmente intelligente» ha commentato il segretario della Fiom Maurizio Landini. E visto che nei giorni scorsi dal governo avevano ripetuto come la Fiat poteva fare quello che voleva (anche produrre all’estero nonostante gli stabilimenti in Italia) Landini ha aggiunto che «allora bisognerebbe spiegare al ministro dello Sviluppo Economico che se uno può andare dove vuole può anche comprare le macchine che vuole: le due cose stanno insieme».