«Tu qua oggi non entri. Questo è uno spazio antifascista e qui non puoi entrare». Così a Luca Cirimbilla, trentatreenne tallonatore di rugby, è stato impedito l’accesso a un campo sportivo dove avrebbe dovuto giocare assieme alla sua squadra. È successo a Roma, domenica, durante il campionato di serie C di rugby. Siamo in casa degli All reds, la squadra vicina al centro sociale Acrobax che gioca nella struttura occupata dell’ex Cinodromo nel quartiere Marconi. La vigilia dell’incontro contro I Corsari, come di solito nel rugby, trascorre tranquilla fino a quando all’ingresso è arrivato l’altolà a uno dei giocatori riconosciuto come aderente del Foro 753, uno dei centri sociali non conformi della Capitale. Troppo per gli appartenenti ad Acrobax e per gli All reds a quanto pare dato che, per questo motivo, non gli hanno permesso di entrare all’interno della struttura occupata.
Davanti a una richiesta ritenuta assurda – «Voi potete entrare solo lui non può» hanno intimato ai Corsari – la squadra avversaria non ha accettato la discriminazione rivolta al loro compagno e ha scelto di non entrare nell’impianto spiegando che «se non entra Cirimbilla non entra nessuno di noi». L’arbitro, presa nota dai Corsari dell’impossibilità data del divieto a un loro tesserato di entrare nel campo di gioco a causa del “no” dei gestori dell’impianto, non ha potuto fare altro che prendere atto che la partita non si poteva disputare.
Una vicenda singolare e grave («In vent’anni di rugby non abbiamo mai assistito a un episodio del genere», spiegano dalla squadra) che sembra avere ben poco a che fare con lo spirito della palla ovale, fondato su accoglienza e rispetto per l’avversario. Eppure le due squadre già si erano affrontate nel girone di andata ma – stavolta – la presenza del simpatizzante di destra “in casa” è stata giudicata inopportuna. Per capire adesso che cosa accadrà occorre aspettare il verdetto del Comitato regionale rugby del lazio, basato sul referto dell’arbitro.
Che cosa ne pensa di ciò che è avvenuto il diretto interessato? «È incredibile quello che è successo» spiega Luca Cirimbilla. «Io ho sempre giocato con e contro giocatori di ogni estrazione sociale, politica e religiosa e non ho mai avuto alcun problema, anzi sono nate grandi amicizie». Dalla giornata di domenica il giocatore cerca in ogni caso di trarre alcuni spunti: «L’aspetto negativo è che mai avrei pensato di essere vittima di un episodio di intolleranza da parte di gente che, evidentemente, non ha compreso lo spirito del rugby. Ma c’è anche un lato positivo: una squadra di rugby, parlo dei miei Corsari, si è dimostrata tale anche fuori da un rettangolo di gioco».