All’indomani del referendum per l’annessione alla Russia, il parlamento crimeano ha proclamato la Repubblica di Crimea come Stato sovrano indipendente nel quale la città di Sebastopoli ha uno status particolare. L’autoproclamata Repubblica di Crimea si è poi rivolta «all’Onu e a tutti i Paesi del mondo con l’appello a riconoscere lo Stato indipendente creato dai popoli della Crimea». Il parlamento della Crimea ha quindi deciso di nazionalizzare le proprietà statali ucraine situate in Crimea.
Tutto questo è avvenuto dopo il referendum di domenica che ha visto vincere con il 96,77% il sì all’annessione alla Russia. Una consultazione dichiarata illegale dall’Occidente, mentre il presidente russo Putin ha ripetuto anche a Obama che è valida e che Mosca la rispetterà. Il Parlamento della penisola sul Mar Nero ha proclamato quindi l’indipendenza chiedendo a Mosca di essere ammessi nella Federazione con lo status di Repubblica, così come all’Onu è stato chiesto il riconoscimento di stato indipendente.
Con 78 voti a favore su 81, è stata approvata la dichiarazione di indipendenza, e 60 anni e un mese dopo, Simferopoli cancella il “regalo” di Nikita Krusciov, che il 19 febbraio 1954 cedette la regione a Kiev in segno di amicizia per i trecento anni dal trattato di Pereyaslav tra i cosacchi ucraini e Mosca. Questa la controffensiva dei russofoni alla rivoluzione di piazza Maidan. E, per legittimare ancora di più il responso autonomista, i deputati a Simferopoli hanno citato nella dichiarazione il Kosovo, lasciando intendere che si appelleranno alla Corte dell’Aja e poi al Palazzo di Vetro a New York per avere il riconoscimento internazionale che cercano. Posizione ribadita da Mosca: «La dichiarazione di indipendenza è legittima», ha detto il ministero degli Esteri russo, rimandando al mittente l’attacco del ministro francese per gli Affari europei Thierry Repentin, che da Roma aveva sottolineato l’illegittimità della decisione di Simferopoli e Sebastopoli. Chiaro anche il messaggio dai manifesti affissi nelle strade: “La risposta di Sebastopoli alla Nato è vaff…”.