Il premio Nobel per la pace? Barack Obama lo ha ricevuto “preventivamente”, per poi partecipare comunque a diverse operazioni militari. Vladimir Putin invece potrebbe riceverlo adesso per aver evitato una nuova guerra, questa volta in Siria. È più di una possibilità per il capo del Cremlino, dato che il suo nome è trapelato tra i candidati della prossima edizione. Il presidente russo, seppur coinvolto in questi giorni nella grave crisi ucraina, appare nella lunga lista di nomi, ben 278, annunciati dal responsabile dell’Istituto Nobel, Geir Lundestad.
A quanto pare l’impegno del presidente russo per scongiurare l’intervento militare in Siria qualche mese fa è stato giudicato dagli esponenti del suo Paese meritevole di un riconoscimento così importante. Un impegno, è il caso di ricordarlo, che ha sancito l’accordo con il presidente siriano Assad, con quest’ultimo che ha accettato di sottoporre sotto il controllo internazionale l’arsenale di armi chimiche a disposizione.
Più scontati gli altri nomi in lizza: a partire da Papa Francesco fino alla talpa dell’Nsagate, Edward Snowden, e Malala Yousafzai, la giovane pakistana rimasta vittima di un grave attentato dei talebani per il suo impegno a favore dell’istruzione femminile. Il Comitato norvegese per il Nobel, che assegna il premio per la Pace, prende le distanze dalla fuga di notizie: «I nomi dei candidati restano confidenziali per 50 anni, non possiamo confermare, potrebbe trattarsi di semplici voci». Nononstate questa precisazione, gli sponsor possono decidere di rendere pubbliche le candidature, come è successo per Putin.