Parigi è il teatro ideale di ogni tragedia fascinosa che potremmo immaginare. Vi è un segreto svelato che ci sorprende continuamente nonostante sia così presente e tangibile. Una sensazione che ci illude di poter rivivere non solo eventi ormai appartenenti a epoche sbiadite, ma anche i sensi coinvolti negli stessi. Giunge paradossalmente da Parigi fino alle mani di ogni irrequieto scrittore o pseudoscrittore, una frustata calda che libera le dita infreddolite e dovrebbe costringerle a scremare un’orda di parole contro questo piccolo teatro dell’assurdo. Buffo gesto eclatante, difficile da promuovere al titolo di tragedia, poiché essa è solo delle cose alte e sublimi il destino. Arriva infatti dalla Francia il primo sì alla legge contro la prostituzione che prevede multe ai clienti fino a 1500 euro. È stato inutile l’appello lanciato dalla rivista Caseur, a cui hanno aderito intellettuali e artisti che ritengono la legge una limitazione della libertà individuale.
Alle notizie d’oltralpe, gioiosa certamente la reazione della parte nobile dell’intelligenza patentata nostrana. È facile intuire la soddisfazione dell’Italia migliore dalle orecchie ancora arrossate per le intercettazioni di Villa Certosa, che considera le Olgettine terroriste della moralità e Lele Mora il Barbaro che ha penetrato le porte della civiltà, denigrandone non si capisce quale pregressa condizione di purezza morale. All’Italia depravata seppur provata, come unico contraltare etico ed estetico, piccolo contrappasso di ribellione, rimane la statuetta di Priapo, destinata a sostituire l’immortale busto marmoreo del Duce nell’immaginario di ogni appartamento virile che si rispetti.
Ma che i cugini si piegassero a questo femminismo giuridico fuori dal tempo, a questi baluardi dell’igienizzazione sessuale, sorprende. La prostituzione ha degli aspetti difficili da giustificare, non vi è dubbio. Vi sono delle connessioni con la delinquenza e con mondi poco rispettabili che non si può non considerare. Spesso non vi è una reale volontà a prostituirsi. Forzature e violenze. Ma non pare questa la strada per limitare il fenomeno. Alcune prostitute francesi hanno protestato in piazza. Nell’epoca della biopolitica, del potere che controlla anche i corpi, la loro pare una bioresistenza, un tentativo di rivendicare la scelta di poter gestire il proprio di corpo.
Non è utile dimenarsi fra giurisdizioni, leggi, filosofia del diritto, vista la complessità della questione. Il tutto si presta facilmente a delle considerazioni pregiudiziali, spinge a una estremizzazione delle posizioni. Non vi sono sfumature su cui conciliare. Sfuggiamo perciò alle possibile retoriche di chi vorrebbe convincerci della opportunità di legiferare contro i perversi e frughiamo fra le librerie impolverate.
Nascosto e impolverato potremmo ritrovare quel piccolo racconto sublime di quel non filosofo, non intellettuale, non conformista di nome Georges Bataille. Apriamolo. È il breve racconto dell’incontro di un uomo con Madame Edwarda, una puttana che incontra in un bordello parigino e con cui vive una notte fra poesia e perversione. C’è un momento in cui lei si abbandona sul tavolo, ebbra e sfrontata, allarga le gambe e lo invita a baciarle il sesso già nudo, lì nella sala del bordello davanti a tutti. Lui chiede perché facesse questo. Lei con voce rauca gli risponde, semplicemente, “Vedi, mi disse, sono Dio”. Il Cielo e gli abissi non fra loro sono estranei, ma consanguinei. Sono gravidi l’uno degli altri. Ci hanno privato del Cielo. Ci priveranno anche degli abissi.
*sociologo