Arriva il 2013 e l’occidente in crisi di narrazioni chiede aiuto a Park Chan Wook. Sarà Spike Lee a girare il remake di Old Boy (2004), secondo episodio della trilogia della vendetta del regista coreano; mentre l’algida ed eterea Charlize Theron vestirà successivamente i panni di Lady Vendetta (Sympathy for Lady Vengance), capitolo conclusivo della saga. Partiamo da qui, allora: nel 2005, sbarcato al festival di Venezia, si dice che Lady Vendetta avesse scatenato le profonde ire degli spettatori: “Fascista! Fascista!”, pare si urlasse dalle poltroncine. Un’esagerazione?
Forse. Ma è chiaro come il mondo umano, troppo umano, di Park Chan Wook possa sorprendere, prendendo letteralmente a pugni la costruzione dorata del pensiero debole europeo. La trilogia della vendetta è infatti un capolavoro del pensiero, prima che della cinematografia, capace di riportare lo spettacolo alla sua più antica funzione di catarsi. Non c’entra dunque la violenza, o l’estetica fascista del processo senza leggi: è la vendetta quale unico destino tragico dell’uomo a infastidire la nostra stanca eredità illuminista. E’ il mondo mercantile interpretato a prigione, a schema chiuso, dentro il quale solo la volontà individuale ha il potere narrativo di dare senso all’uomo, che infastidisce, che sciocca e ribalta lo spettatore occidentale. La trilogia Park Chan Wook getta in scena un post-moderno tragico, una magistrale rilettura del pensiero nietzscheano, dove i tabù della nostra classicità servono a rimettere in moto un percorso critico e vitale clamorosamente al di là di bene e male, morale e religione.
Il triste abuso del remake probabilmente non renderà giustizia ai capolavori del regista coreano; gli attori occidentali, europei od afroamericani, star riconoscibili, probabilmente non saranno in grado di restituire la fredda caratterizzazione teatrale dei protagonisti originali. Né gli ambienti potranno restituire la critica sociale che affetta la Corea del mondo libero. Per questo, prima che arrivi nelle sale il nuovo anno, il suggerimento è quello di andare in rete e di gustare con calma la trilogia originale, per altro ottimamente doppiata. Park Chan Wook, al pari di Nicolai Lilin e Chuck Palahniuk è un nome che fa già parte del nuovo racconto.