Medici ex specializzandi risarciti a peso d’oro dallo Stato: anche fino a 100.000 euro per medico. Sono migliaia i ricorsi accolti dai tribunali di 1° e 2° grado per le borse di studio mai erogate o incomplete ai medici specializzandi. Violate le norme UE. Una bomba ad orologeria da 4 miliardi di euro, ma adesso lo Stato corre ai ripari: si pensa ad una sanatoria solo per chi ha fatto ricorso. Parte da Bari lGl’allerta del sindacato UGL per i medici ex specializzandi di tutta Italia contro eventuali colpi di spugna: bisogna lottare nelle aule di tribunale per la difesa dei propri diritti.
La storia è tipicamente italiana, di quelle che iniziano male ma che hanno un lieto fine, anche se il finale per le casse dello Stato non è affatto lieto, anzi è da brividi, mentre per i medici già è stato e continua ad essere d’oro.
Una storia, una delle tante, di ricorsi giudiziari fatta nei confronti dello Stato da parte di dipendenti, in questo caso medici, discriminati sulla base di alcune norme europee violate. Una storia che adesso fa paura, e che stimerebbe un totale di 4 miliardi di euro se tutti gli aventi diritto presentassero ricorso. Come al solito nel nostro Paese le valanghe vengono provocate, mai previste o evitate.
Le vertenze riguardano le borse di studio non pagate agli specializzandi per quasi 10 anni. E già perché quei trentenni che vediamo negli ospedali curare i pazienti, accudirli, seguirli di giorno e di notte, sono medici assunti a tutti gli effetti che però per anni non hanno percepito stipendi né ottenuto diritti come ferie o malattie. La direttiva comunitaria che ha introdotto un compenso risale infatti al 1982, le norme italiane hanno previsto gli importi forfettari solo dall’anno accademico 1991-1992. Per la ritardata e, comunque, parzialmente omessa attuazione delle direttive sopra richiamate, è possibile ricorrere in giudizio per il riconoscimento economico retroattivo del periodo di formazione o di risarcimento del danno per la mancata o ritardata attuazione delle direttive europee.
Sono numerose le sentenze che riconoscono altresì ai medici specializzati iscritti al corso di specializzazione negli anni 1999- 2006 il rimborso delle differenze retributive e riconoscimento contributivo. In questi casi la borsa di studio è stata sì corrisposta, ma senza il pagamento degli oneri previdenziali e la copertura assicurativa dei rischi professionali e degli infortuni. Inoltre i medici specializzati iscritti al corso di specializzazione negli anni 1993 – 2006 possono ricorrere in giudizio anche per il rimborso delle differenze retributive indebitamente non percepite. Il principio comunitario dell’“adeguata remunerazione” doveva essere garantito in Italia mediante un meccanismo di adeguamento delle borse di studio, ma così non è mai stato.
Piccola curiosità. Tra le proposte presentate nella prossima legge di stabilità, vi è l’introduzione della possibilità per “i medici ammessi alle scuole di specializzazione universitarie in medicina dall’A.A. 1982-1983 all’A.A. 1990-1991 che, alla data di entrata in vigore della presente legge, abbiano presentato domanda giudiziale per il riconoscimento economico retroattivo del periodo di formazione o di risarcimento del danno per la mancata o ritardata attuazione delle direttive europee, il Ministero dell’Istruzione corrisponde per tutta la durata del corso, a titolo forfettario, una borsa di studio dell’importo omnicomprensivo di 13.000 euro per ogni anno di corso da riconoscere anche con il credito d’imposta in un arco temporale non superiore ai 3 anni”.
Morale della favola: poiché le migliaia di ricorsi dei medici stanno sbancando le casse dello Stato, lo stesso corre ai ripari proponendo una sanatoria, ma solo per chi fa ricorso. Questa ipotesi di sanatoria, oltre a farci sentire puzza di bruciato, conferma quanto noi affermiamo da tempo: bisogna fare ricorso sanatoria o meno, altrimenti si perdono i soldi. E parecchi… In tutti i casi citati sono centinaia le sentenze che risarciscono i medici specializzati, con un esborso tale da parte dello Stato da spingere l’Amministrazione ad una sanatoria che, chiariamolo, non restituirebbe l’intero importo e che nelle intenzioni limiterebbe ai soli ricorrenti ogni tipo di risarcimento. L’Ugl è stato l’unico sindacato ad accorgersi di questo aspetto che potrebbe rappresentare un colpo di spugna per i medici. Medici che per anni hanno visto i propri diritti essere ripetutamente violati e che finalmente hanno alzato la testa. Medici che non sono certamente lavoratori di serie b e che meritano la stessa attenzione di altre categorie spesso e costantemente al centro dell’azione politica.
*dirigente dell’Ugl